Il sito principale del gruppo Bloomberg, che raccoglie ed esplicita tutte le attività, è https://www.bloomberg.com/company/
Quindi solo con quel semplice atto della Giunta, a firma del Sindaco e di cui non risulta poi esserci stata una discussione in Consiglio Comunale, la Città di Torino ha deciso di rapportarsi con una società di impatto mondiale globale sia dal punto di vista dell’azione aziendale economica che da quello ‘filantropico”: “Bloomberg Philanthropies investe in 700 città, 150 paesi”. Tra queste città in Italia c’è già da tempo Milano: “Usare i dati per trasformare le aree pedonali di Milano.Le piazze pedonali stanno crescendo di numero in tutto il mondo e i nostri colleghi di Bloomberg Associates, il braccio di consulenza no-profit di Bloomberg Philanthropies, stanno lavorando con il Comune di Milano per sviluppare i loro piani per trasformare lo spazio stradale sottoutilizzato in vivaci piazze sociali a beneficio dei residenti e delle imprese locali.” https://www.bloomberg.com/company/stories/milan-pedestrian-plaza-transformed-bloomberg/ Un po’ poco per attribuire poi, nei discorsi pubblici, a questa società il ruolo di consigliere per la stesura del prossimo piano regolatore. Chi, come e quando ha quindi valutato, come la delibera specifica, “nei modi e nelle forme consentite dalla legge, i progetti e le opportunità, per la Città di Torino, rientranti nell’ambito della programmazione della Bloomberg Philanthropies e delle sue articolazioni” relativamente al nuovo piano regolatore di Torino?