Sindaco e Consiglio Comunale si esprimano: “Da Milano a Torino, l’urbanistica come speculazione?”

La gestione dell’urbanistica a Milano, finalizzata a favorire gli investimenti privati nell’edilizia semplificando oltre il consentito le procedure di autorizzazione, anche a discapito dei servizi pubblici e della vivibilità della città da parte delle fasce di cittadine e cittadini economicamente più deboli, ha trovato la sua massima espressione nella violazione sistematica delle regole edilizie da parte di imprenditori immobiliari e del Comune stesso, che è invece titolare del potere di sorveglianza e regolamentazione.

Il tentativo di rendere legge dello stato valida in tutta Italia questa violazione sistematica, produttrice di danni al territorio, alle casse comunali e alla cittadinanza, tramite il cosiddetto decreto “Salva Milano e Italia”, deve interessare quindi non solo chi abita a Milano: per questo riteniamo importante che anche a Torino se ne discuta e si prenda posizione.

Nella nostra città è in corso l’elaborazione del nuovo Piano regolatore senza che ci sia stata in Consiglio comunale una discussione sulle linee guida presentate dalla Giunta quasi due anni fa e senza che siano state comunicate indicazioni su che cosa l’amministrazione attuale intenderebbe fare delle porzioni di città ora abbandonate o su come ridisegnare la struttura cittadina per far fronte ai sempre maggiori problemi che deve affrontare quotidianamente chi la abita, anche tenendo conto della recente Legge europea di Ripristino della Natura .

Contestualmente viene però dichiarato dall’assessore all’urbanistica, coinvolto in tre inchieste giudiziarie sempre a Milano per alcuni degli abusi edilizi che si vorrebbero sanare con il decreto, che il nuovo Piano regolatore dovrà essere adeguato a “cogliere le opportunità”, cioè a facilitare gli investimenti, immobiliari e non, dei privati che la città dovrebbe attrarre per essere competitiva: il che comporterebbe ridurre al minimo vincoli, requisiti e oneri urbanistici, proprio come è successo finora a Milano fino ad arrivare agli eccessi sfociati negli abusi veri e propri.

E per anticipare questa deregolamentazione che in prospettiva il piano regolatore torinese potrebbe introdurre, approfittando di normative già esistenti l’assessore all’urbanistica e il Comune di Torino hanno già utilizzato più volte strumenti di deroga alle normative attuali sulla destinazione di uso degli edifici, quali gli usi temporanei e le deroghe per pubblica convenienza, in modo da poter approvare i progetti presentati da privati che non trovavano riscontro nelle previsioni del piano regolatore attuale.

A testimoniare quanto poco venga tenuto in considerazione quello che prevedono il Piano regolatore torinese medesimo e la normativa urbanistica in generale, il Comune di Torino ha recentemente attestato all’interno di suoi atti che per la realizzazione di uno studentato privato al posto dell’ex ospedale Maria Adelaide e per la costruzione dell’ospedale previsto alla Pellerina all’interno del parco omonimo, non sia neppure necessaria una modifica al piano regolatore vigente, che non li prevede.

A fronte di questa situazione di poco rispetto per l’uso regolamentato del territorio, sfociato addirittura al Meisino nella conversione di una riserva naturale protetta in un’area fitness a cielo aperto a scapito della biodiversità, oppure nella costruzione di un ospedale all’interno del parco della Pellerina, Assemblea Un altro piano per Torino e comitati, gruppi, associazioni che si battono per la salvaguardia del territorio e del verde in città hanno già a suo tempo chiesto al Sindaco Lo Russo di valutare se l’assessore all’urbanistica rappresentasse ancora pienamente la sua volontà nel gestire il territorio della città e il percorso per la scrittura del nuovo piano regolatore oppure se ritenesse invece che queste funzioni dovessero essere attribuite a un nuovo assessore.

Non essendo nel frattempo successo nulla e anzi essendosi aggravata la situazione sulla gestione dell’urbanistica milanese, di cui l’assessore all’urbanistica di Torino è espressione, ribadiamo nuovamente la richiesta al Sindaco esprimersi in proposito.

Ma chiediamo anche che il Sindaco stesso e il Consiglio di comunale di Torino si esprimano sul decreto “Salva Milano e Italia”, uscendo dal silenzio che fa ritenere esistere un loro complice assenso al progetto politico, già votato alla Camera da destra e centro-sinistra, di deregolamentare i permessi edilizi di costruzione, come prevede quel decreto, deregolamentazione che renderebbe inutili le previsioni dei piani regolatori, compreso quello prossimo torinese qualunque esso fosse.

Chiediamo quindi al Comune di Torino e ai suoi organi istituzionali di far sapere ai cittadini e alle cittadine quali sono le loro valutazioni sul futuro urbanistico della città, sull’assessore all’urbanistica delegato a gestirlo e sul decreto “Salva Milano e Italia”, già approvato sia dagli amministratori di Milano sia da parlamentari appartenenti allo stesso partito che governa il Comune di Torino medesimo.

Invitiamo chi abita la città a tenere alta l’attenzione su quanto accadrà relativamente al nuovo Piano regolatore in preparazione e sugli sviluppi dell’approvazione del decreto “Salva Milano e Italia”.

Assemblea Un altro piano per Torino
Acqua Pubblica Torino – Comitato provinciale
ATTAC Comitato di Torino
No TOdays nelle aree verdi
Salviamo gli Alberi di Corso Belgio
Salviamo il Meisino
Salviamo il Paesaggio Torino
Salviamo la Pellerina
Salviamo i Prati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *