Nuovo piano regolatore: l’assessore Mazzoleni il mercante, Torino la merce

La Commissione urbanistica del Consiglio Comunale si è riunita giovedì 10 luglio con all’ordine del giorno “OBIETTIVI E STRATEGIE DEL NUOVO PIANO REGOLATORE”, per consentire all’assessore all’urbanistica Mazzoleni di illustrare con l’ausilio di diapositive le linee generali del piano. Noi ne abbiamo seguito la presentazione e proviamo quindi a sintetizzare, commentandolo, il contenuto delle diapositive, di cui si può prendere visione qui.

(le parti in blu sono sintesi dei contenuti del documento, quelle in nero i nostri commenti)

Operatività
CRONOPROGRAMMA E MILESTONE
2025
– agosto: quadro conoscitivo
– settembre: commissione urbanistica – strategie
– ottobre: commissione urbanistica – scenari e norme
– novembre: elaborati analisi + bozza progetto preliminare
– dicembre: elaborati tecnici / commissione urbanistica su processo
– entro fine dicembre delibera di giunta preliminare
2026
– discussione consiliare e adozione Progetto Preliminare (a inizio 2026)

La diapositiva del cronoprogramma ci ha colpito su un aspetto: logica vorrebbe che per iniziare qualsivoglia progettazione si debba partire da un quadro conoscitivo dello stato esistente. Il cronoprogramma mostrato dall’assessore Mazzoleni invece pone l’acquisizione del quadro esistente ad agosto 2025. In realtà il quadro era già stato prodotto per la proposta tecnica del progetto preliminare approvata nel 2020, ma andava aggiornato essendo passati anni dalla sua produzione.  Il fatto che l’aggiornamento arrivi a progetto preliminare quasi pronto, essendo prevista l’approvazione a dicembre 2025, ci porta a sospettare che l’assessore e magari anche la giunta comunale abbiano perseguito nella realizzazione del piano obiettivi che prescindono dalla situazione reale del territorio, dato che non hanno avuto bisogno di un quadro conoscitivo aggiornato per comprendere i bisogni della città e porsi il loro soddisfacimento quale obiettivo da raggiungere!
La prevista programmazione di un incontro mensile da settembre a dicembre 2025 da parte dell’assessore con la Commissione Urbanistica per l’illustrazione dell’avanzamento della scrittura delle varie parti del piano, fino alla approvazione del progetto preliminare in Giunta entro fine dicembre, di fatto taglia fuori dalla sua elaborazione il Consiglio Comunale, titolare delle competenze in materia urbanistica, che potrà nella sua completezza discutere il progetto preliminare per ultimo, da gennaio 2026, con poca probabilità di poterlo modificare e con la sola funzione di approvarlo così come sarà stato formulato dall’assessore all’urbanistica, grazie al sicuro consenso della maggioranza che sostiene l’attuale amministrazione.

IL GRUPPO DI LAVORO
La diapositiva relativa al gruppo di lavoro impegnato  nella stesura del nuovo piano ci mostra come dal punto politico sia obiettivo dell’assessore escludere completamente il Consiglio Comunale: il nuovo PRG diventa un affare da discutere esclusivamente in giunta senza coinvolgere quella che sulla carta è la reale rappresentanza delle città, ovvero le varie consigliere e consiglieri comunali eletti.
Dal punto di vista operativo si constata invece che il nuovo piano viene  costruito principalmente tramite consulenze esterne agli uffici comunali. Per esempio tutto il fondamentale lavoro di analisi specialistiche ed elaborazione tecnica relative all’urbanistica, al patrimonio, all’estimo e alle perequazioni (strumento centrale nel progetto di Mazzoleni) è stato assegnato a tre enti universitari, 2 piemontesi (UniTo e PoliTo) ed uno veneto (IUAV).
Colpisce anche come il public engagement (la consultazione pubblica) venga completamente esternalizzato: l’ascolto e il coinvolgimento della cittadinanza sono stati affidati a Urban Lab (associazione privata costituita dal Comune e  dalla Compagnia di San Paolo) e alla fondazione newyorkese Bloomberg Philantrophie, collegata al gruppo imprenditoriale finanziario statunitense Bloomberg Associates.  Come ben sappiamo, è difficile che dei privati possano agire in ambito pubblico senza farsi portatori dei loro interessi: in questo senso è a nostro parere estremamente  pericoloso affidare un compito così delicato come il coinvolgimento della cittadinanza anche a un soggetto collegato a un’azienda, americana, di consulenze quale Bloomberg, soggetto che oltretutto ha già preso parte ai dannosi processi di rigenerazione urbana di Milano.
Mazzoleni si fa vanto del notevole sforzo di “ascolto del territorio” tanto da farlo apparire nel suo cronoprogramma: ma qual è la qualità di questo presunto “ascolto”? Chi ha elaborato i dati raccolti durante le azioni di coinvolgimento della cittadinanza?

1. Strategie: roadmap per la Torino futura
Torino è ben posizionata per diventare un laboratorio di riuso, sostenibilità e innovazione, oltre che una destinazione internazionale per la tecnologia e gli investimenti.
Il nuovo PRG valorizza le voci dei quartieri torinesi proponendo strategie innovative di uso del suolo per guidare una trasformazione urbana sostenibile.
Cultura, sport e spettacolo “Torino: una città che intrattiene tutti gli spettatori”

2. Brief tecnico: come funzionerà il nuovo piano
Il Piano definisce regole, parametri e procedure per l’uso del suolo, l’edificazione e la trasformazione a scala urbana e metropolitana. A supporto del riuso adattivo, della transizione ecologica e dell’innovazione della città.

La nuove cornice regolativa
AZZONAMENTO
La zonizzazione è aggiornata per il riuso adattivo, ma è flessibile per consentire nuovi mix funzionali e la tutela delle funzioni ‘fragili’ e dei tratti caratterizzanti del tessuto urbano esistente. Priorità al rinnovo e al riuso. Densificazione equa e sostenibile attraverso meccanismi di perequazione; la capienza volumetrica sarà maggiorata fino a 500 metri dalle fermate delle linee di metropolitana.

TRASFORMAZIONE
– rigenerazione del tessuto esistente
– figure strategiche di ricomposizione urbana che connettono ambiti consolidati
(es. Parco lineare del Trincerone e nuova linea metro)
– identificazione
 di aree di trasformazione attuabili, regolate con semplici indicazioni funzionali e volumetriche;
– definizione di obiettivi e strategie chiare per tutelare il pubblico interesse
AREA METROPOLITANA
Pianificazione congiunta delle aree di sviluppo strategico tra città limitrofe
● Hub intermodali che connettono il trasporto urbano con le grandi infrastrutture (es. TAV, Milano, Francia)
● Tutela condivisa delle aree verdi ed ecologiche tra i comuni
● Pianificazione coordinata della mobilità a scala metropolitana

NORME TECNICHE
le Figure di Ricomposizione Urbana (FRU) sostituiscono le  ZUT (Zone Urbane di Trasformazione). Caratteristiche: 1. dimensioni elevate (superiori ai 15.000 mq?) 2. proprietà omogenea o unitaria

Le ZUT (Zone Urbane di Trasformazione)  sono aree identificate dal Piano Regolatore Generale attuale per interventi di riqualificazione e trasformazione urbanistica, spesso sono ex aree industriali o dismesse. Il Comune di Torino classifica e gestisce queste zone attraverso piani e schede normative, come le schede delle Zone Urbane di Trasformazione (ZUT) e le schede delle Aree da Trasformare per Servizi (ATS).

Come esempio di prossima FRU viene mostrata nelle diapositive l’area dello scalo ferroviario San Paolo, oggi costituita da una lunga serie di bassi fabbricati utilizzati per svariate attività commerciali e artigianali. Oltre a riconfermare i lavori pubblici per la ristrutturazione e l’apertura della vecchia stazione scalo San Paolo per passeggeri privati (con i soldi delle compensazioni della linea TAV?) l’assessore afferma che le FRU sfrutteranno, per decollare, la disponibilità di interconnessioni, lasciando intendere che nell’area possano sorgere anche spazi verdi: ma di che tipo? Da cosa verranno sostituiti i bassi fabbricati esistenti? Lo strumento delle perequazioni in questo caso è perfetto:  compro i diritti edificatori da qualche altra area che non li può usare e tiro su palazzi di quanti piani voglio. Le FRU appaiono così come zone di futura speculazione, perfette e adattabili alle esigenze degli immobiliaristi!

Evidenziamo inoltre che non viene chiarito quali saranno le sorti dei terreni liberi interclusi delle attuali Zone Urbane di Trasformazione (ZUT) che le Figure di Ricomposizione Urbana andrebbero a sostituire. La qualifica di ZUT, nell’attuale PRG, implica che quelle aree possono essere trasformate “indipendentemente dallo stato di fatto”, ammettendo interventi di “radicale ristrutturazione urbanistica e di nuovo impianto”. Molte ZUT attualmente, accanto ad aree dismesse, includono terreni liberi dove non si è mai costruito, rari spazi naturali che bisognerebbe preservare e che invece sono considerati mere superfici e vuoti urbani da sfruttare. Dopo decenni di trasformazioni che hanno divorato territorio e suolo, il nuovo PRG dovrebbe essere l’occasione per cancellare l’edificabilità dei terreni liberi naturali rimasti.

Mancano poi riferimenti alla politica degli oneri di urbanizzazione e al contributo straordinario che la città intende applicare nei prossimi anni. Un’equa “tassazione” della rendita fondiaria e immobiliare, che è stata il vero motore delle trasformazioni della città, ridurrebbe le aspettative di realizzazione di plusvalori degli operatori immobiliari sul valore del costruito e porterebbe alla collettività risorse economiche proporzionate rispetto al vantaggio economico del privato.

Perequazioni edificatorie
La perequazione tra diritti edificatori e capienza edificatoria genera domanda e offerta di volumi perequati
DOMANDA edificatoria: densificazione del consolidato in prossimità delle linee di forza del trasporto pubblico e nelle aree di trasformazione, dove i diritti edificatori delle aree sono inferiori alla capienza.
OFFERTA edificatoria: aumento aree permeabili con diritti edificatori non attuabili in situ, dove i  diritti edificatori sono superiori alla capienza edificatoria delle aree.

Il piano regolatore prevederà l’esistenza di diritti edificatori, cioè di costruire edifici, in tutte le aree cittadine, comprese quelle verdi collinari: ma i proprietari di quelle in cui vi sarà però divieto di costruire potranno cedere, ovviamente a pagamento, i metri cubi di edifici assegnati alle proprie aree ai proprietari di aree sulle quali invece si potrà costruire.

Siccome è previsto che nelle aree dismesse da rigenerare (ex ZUT, ora FRU) ed entro i 500 metri dalle stazioni della linea 1 della metropolitana (e della linea 2 di prossima costruzione) sarà possibile aumentare le attuali volumetrie delle costruzioni, cioè costruire di piu’ (usando i terreni vuoti e aumentando i piani degli edifici se il terreno non e’ sufficiente), i proprietari di terreni situati in queste zone potranno acquistare i diritti edificatori da quelli delle aree che ne hanno a disposizione ma in cui non si può costruire: nelle diapositive viene fatto l’esempio proprio dei diritti relativi alla collina, che potranno essere trasferiti (cioe’ venduti) per costruire lungo i percorsi delle metropolitane.
Ovviamente dove esistono già case, questo vorrà dire un aumento della popolazione (densificazione, viene chiamata nei documenti), con quello che ne consegue come abitabilità delle zone, specialmente se non aumentano contemporaneamente i servizi e le strutture di supporto. Sarà davvero equa e sostenibile questa “densificazione” come dichiara l’assessore all’urbanistica? O si finirà come a Milano, con tante case e pochi servizi per chi le abita?

Quartieri o circoscrizioni?
Tutela e valorizzazione delle centralità di quartiere
● Sistemi di zonizzazione speciale per favorire il commercio di prossimità, gli spazi comunitari e i servizi al piano terra.
● Identificati 34 quartieri su cui intervenire in modo diversificato a seconda delle caratteristiche di ognuno

Il nuovo piano avrebbe come centrale lo sviluppo a livello di piccole porzioni di territorio che hanno caratteristiche omogenee, identificate nei quartieri già esistenti calcolati in 34. Secondo l’assessore la densità abitativa e i relativi servizi, dal commercio agli spazi pubblici, sarebbero quindi da progettare o coordinare su questo livello di territorio, nel quale gli abitanti si riconoscono di piu’ che non in quello più esteso delle circoscrizioni. Il valore del rapporto tra abitanti e loro quartiere è stato uno degli strumenti usati a Milano per costruire, attraverso iniziative finanziate anche dai privati (fondazioni o società aventi interesse), la coesione di zona che ha consentito di realizzare le operazioni urbanistiche speculative che hanno poi alterato fortemente le caratteristiche dei territori dei quartieri stessi, spostando l’attenzione degli abitanti su altri aspetti che non quello urbanistico.
Da mesi si sentono gli amministratori comunali parlare dell’importanza e della bellezza dei quartieri torinesi, la presunta campagna ‘di ascolto’ si chiamava Voci di quartiere, l’assessore preannuncia una gestione della città per quartieri: ma non e’ credibile che la complessità di situazioni, problemi e territori da cui e’ composta Torino possa essere governata con interventi di scala ridotta come quelli di quartiere, esistono inoltre aree di grandi e grandissime dimensioni il cui destino va ben oltre quello di un singolo quartiere o più di uno.
La gestione amministrativa del territorio è poi però affidata a organismi istituzionali come le circoscrizioni, il cui numero è stato ridotto proprio alle ultime elezioni amministrative, con un conseguente aumento delle incombenze per l’aumento delle dimensioni a cui non e’ corrisposto un proporzionale incremento delle risorse a disposizione.
Progettare le trasformazioni della città per quartiere presuppone di non prevedere un interscambio tra le corrispondenti porzioni del territorio cittadino, provocando inoltre un frazionamento della comunità di cittadine e cittadini sulla base della porzione di territorio che abitano e delle sue caratteristiche:  rendendo così difficile la loro partecipazione ai processi che riguardano la città intera e che non possono essere localizzati solamente in una o piu’ sue piccole porzioni, che si tratti intervenire  sulla qualità dell’aria e dell’ambiente, sulla produzione e redistribuzione del reddito, sulla mobilità e altre condizioni che riguardano Torino nel suo complesso.

Piano e politiche
Cornice per l’implementazione delle politiche della città.  Integrazione delle politiche settoriali nel piano regolatore come motore di uno sviluppo urbano coeso 
● Tutela del commercio di prossimità e delle funzioni pubbliche ai piani terra
● Integrazione tra pianificazione urbanistica e mobilità
● Incentivi per un’offerta abitativa accessibile, diversificata e inclusiva in tutta la città

Riguardo all’“abitare”, segnaliamo che il documento si limita a prevedere “Incentivi per un’offerta abitativa accessibile, diversificata e inclusiva in tutta la città”, un’espressione estremamente vaga, che non fa prevedere una particolare attenzione all’esigenza di edilizia sociale e ai bisogni di migliaia di famiglie in attesa di una risposta da tempo. Né fa cenno al peso che verrà attribuito all’housing sociale (falsa risposta alla questione abitativa e ghiotta occasione per gli investitori) o al modo in cui il futuro PRG realizzerà il Piano dell’Abitare i cui indirizzi sono stati approvati nel luglio scorso dal Consiglio Comunale.

Verde e sostenibilità
● Integrazione e monitoraggio dei servizi ecosistemici nella pianificazione urbana
● Tutela e attivazione di aree agricole ed ecologiche
● Nuovi indicatori di sostenibilità per guidare i processi di trasformazione
● Meccanismi di perequazione per tutelare e rigenerare il suolo permeabile

Nella presentazione dell’assessore si parla di “nuovo approccio per una pianificazione ecosistemica”, prevedendo l’”integrazione e il monitoraggio dei servizi ecosistemici nella pianificazione urbana”, “tutela e attivazione di aree agricole ed ecologiche” e “nuovi indicatori di sostenibilità”. Non possiamo evitare di notare il forte contrasto di queste  espressioni con i progetti che la città sta portando avanti attualmente, che stanno devastando parchi e aree naturali protette senza alcuna considerazione della forte contestazione dei cittadini (es. ospedale alla Pellerina, Cittadella dello Sport al Meisino, supermercato Esselunga al posto del Giardino Artiglieri da Montagna, Fan Village permanente per ATP in piazza d’Armi).
Non si capisce inoltre se la “pianificazione ecosistemica” del nuovo Piano sarà realmente tale o se si baserà sulle compensazioni (deimpermeabilizzazione, messa a dimora di alberi), misure che non sono in grado in realtà di bilanciare la perdita di suolo ed ecosistemi; il meccanismo della compensazione costituiva un pilastro della Revisione di Piano della amministrazione precedente e fu già contestato da alcune osservazioni presentate dai cittadini.

DI COSA NON PARLA IL NUOVO PIANO REGOLATORE NELLE SCHEDE PREDISPOSTE DALL’ASSESSORE ALL’URBANISTICA  MAZZOLENI?
Per esempio, di sanità e strutture sanitarie, di lavoro e insediamenti produttivi 

 

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