incontro con Paolo Berdini – giovedì 20 giugno

Assemblea Un Altro Piano per Torino organizza

incontro con Paolo Berdini
in occasione della presentazione del volume
Roma moderna: due secoli di storia urbanistica

giovedì 20 giugno 2024 ore 17,30
Facoltà di Architettura
(sala da definire, che verrà comunicata quanto prima)

Paolo Berdini è un attento urbanista e saggista, tra i più stimati e conosciuti in Italia. Allievo di Italo Insolera (all’epoca il più importante riferimento per lo sviluppo delle ricerche sui sistemi urbani), è intervenuto sulle pagine di riviste e quotidiani con taglio sempre molto critico sulle politiche di trasformazione delle città. Segretario dell’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) negli anni ’90, membro del consiglio di Italia Nostra e del WWF, presiede il comitato scientifico dell’Osservatorio Territorio e Aree Urbane della Fillea Cgil ed è membro del forum ‘Salviamo il paesaggio’, ha dedicato parte del suo variegato impegno nella militanza politica della Sinistra nel ruolo di consulente di amministrazioni comunali ed è stato assessore all’urbanistica per la Regione Lazio e al Comune di Roma, qui dimessosi dopo pochi mesi in totale disaccordo sul progetto del nuovo stadio per la AS Roma. Famose le sue denunce con i suoi libri di maggior successo: La città in vendita, Donzelli, Roma, 2008;  Breve storia dell’abuso edilizio in Italia, Donzelli, 2010;  Le città fallite, Donzelli, 2014.
L’approdo della ricerca di Berdini è quello delle città dell’ecologia integrale che implica la svolta ambientale e la ricostruzione di una cultura socialmente inclusiva del lavoro e dell’abitare; che prefigura un modello economico differente da quello fallimentare attuale; che non vuol perdere il carattere di città unite e solidali.

La presentazione che proponiamo del suo libro ‘Roma moderna,’ scritto in buona parte in collaborazione con il suo maestro Insolera prima del decesso di quest’ultimo, ha per obiettivo, ancora una volta, quello della denuncia della difesa, oltre ogni limite, degli interessi della proprietà privata con l’accaparramento di territorio passibile di cementificazione per favorire la speculazione nell’edilizia post bellica edilizia, da cui emerge in tutta evidenza la responsabilità politica delle amministrazioni che si sono succedute, salvo un solo, breve periodo. Ma anche la responsabilità delle categorie professionali interessate nella costruzione edilizia per non aver compreso per tempo il fondamentale obiettivo contro cui organizzare la battaglia sia locale, sia nazionale e cioè l’emergere dello strapotere della rendita fondiaria urbana, capace di valorizzare i fondi centinaia, fino a migliaia, di volte.
Le travagliatissime approvazioni di Piani Regolatori – a partire da quello del 1909 – sono state fagocitate e smentite dalla prorompente domanda di intervento edile a tutti i costi, compreso quello dei più scriteriati sventramenti di resti storici di inestimabile valore storico artistico. Nessuna progettazione, nessun Piano di regolamentazione, nessuna visione di area vasta ma solo realizzi economici immediati. E’ stato cancellato l’interesse pubblico – come magistralmente argomentato nel libro dal giudice Imposimato – e conseguentemente l’edilizia sociale. Sono state le condizioni molto utili al recepimento delle direttive del regime fascista, celando il disastro della politica territoriale fino ad allora perseguita con la decisione del quartiere modello dell’E42/Eur, prima, e delle Olimpiadi, poi, evidenziando l’assoluta mancanza di una pianificazione in senso proprio. Giustamente Berdini parla di ‘urbanistica cancellata’.