Lettera aperta al Sindaco: “L’urbanistica del sistema Milano resti fuori da Torino”

L’urbanistica del sistema Milano resti fuori da Torino

lettera aperta al Sindaco di Torino

e per conoscenza 
alle cittadine e ai cittadini,
ai mezzi di informazione

 

Nel giugno 2023 la Giunta Comunale ha approvato, con la delibera n. 321/2023, le linee guida per la stesura del nuovo Piano Regolatore Generale presentate dall’Assessore Mazzoleni, il quale, però, da allora non le ha ancora portate alla discussione e approvazione del Consiglio Comunale.

Ne ha però da subito discusso con costruttori, architetti e altre categorie professionali portatrici di interessi economici e poi, nell’autunno, ha avviato una consultazione con circoscrizioni, associazioni e cittadinanza priva di contenuti sui quali sviluppare il confronto. Il tutto avvalendosi della collaborazione di un organismo non istituzionale quale Urban Lab e della consulenza non meglio specificata di un soggetto facente parte di un potente gruppo economico statunitense, quale è la Fondazione Bloomberg.

In tutto questo tempo, le generiche affermazioni contenute nel documento approvato in Giunta hanno solo lasciato intendere che il prossimo piano regolatore non dovrà contenere vincoli urbanistici che possano impedire ai privati di “cogliere le opportunità” che si presenteranno loro in città. Ma nessuna indicazione è stata data dall’assessore, invece, di quale dovrebbe essere  il governo del territorio cittadino nei prossimi anni, di cosa si prevede per le aree abbandonate da trasformare, per quelle verdi o da destinare ai servizi alle persone, all’edilizia popolare,  per la viabilità o le attività produttive.  Mentre però dall’assessore medesimo sono state proposte e poi approvate dal Consiglio, a titolo di anticipazioni del piano regolatore futuro, regolamentazioni che vanno nella direzione di liberalizzare le trasformazioni urbanistiche, quali il permesso di costruzione in deroga al Piano regolatore  e l’uso temporaneo di immobili per fini diversi da quelli previsti dai piani urbanistici esistenti, già applicate con le deliberazioni n. 444/2022, n. 86/2024 e in  numerosi altri casi.

Tutto questo agire da parte dell’assessore per la liberalizzazione delle regole urbanistiche senza entrare nel merito delle trasformazioni previste per la città, è stato a più riprese accompagnato dalle notizie tramite stampa del suo coinvolgimento, come libero professionista, nelle indagini in corso a Milano per presunti reati edilizi, l’ultima delle quali,  la terza in due anni, proprio pochi giorni fa e relativamente ad abusi per la costruzione di alloggi, anche di lusso e studentati.

Colpiscono, a tale proposito, le analogie con scelte che vengono  accennate come prospettive anche per la nostra città, dove  il percorso che determinerà il futuro piano regolatore, per la cui gestione l’assessore medesimo è oltretutto l’unico interlocutore istituzionale nei confronti della cittadinanza e degli altri soggetti coinvolti, si sta svolgendo in modalità non trasparenti.

L’accertamento dei fatti giudiziari avverrà secondo le procedure di legge ma nel frattempo è ovvio il venire meno, comunque, della credibilità politica e istituzionale dell’assessore all’urbanistica nei confronti delle cittadine e dei cittadini che si impegnano attivamente, anche in modo organizzato, nella salvaguardia e nella tutela di quanto è bene comune, compreso il territorio, dallo sfruttamento per lucro e per fini privatistici, animando una reale partecipazione dal basso  alla vita democratica.

Per questo chiediamo al Sindaco di Torino di prendere posizione sulla situazione venutasi a creare, che mette in discussione il trasparente svolgimento della vita politica e amministrativa all’interno del Comune e il rapporto tra questo e la cittadinanza, già inficiato da numerose proteste sulle sue scelte.

Il Sindaco chiarisca se l’assessore Mazzoleni rappresenta ancora pienamente la sua volontà nel gestire il territorio della città e il percorso per la scrittura del nuovo piano regolatore oppure se ritiene che queste funzioni debbano invece essere attribuite a un nuovo assessore all’urbanistica, il quale, per le cittadine e i cittadini verso cui sia quest’ultimo che il Sindaco medesimo hanno responsabilità, possa avere la necessaria credibilità  istituzionale.

Assemblea “Un Altro Piano per Torino”

sottoscrivono per adesione:
Assemblea Pellerina
ATTAC Comitato di Torino
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
EsseNon
Greenpeace Gruppo Locale di Torino
No TOdays al Parco della Confluenza
Salviamo gli Alberi di Corso Belgio
Salviamo il Meisino
Salviamo il Paesaggio Torino
Salviamo la Pellerina
Salviamo i Prati

28 novembre, ore 18: “Torino cambia: il piano va veloce. Ma dove?”

Torino cambia: il piano va veloce. Ma dove?
discutiamo assieme delle trasformazioni urbane
e degli usi del Piano Regolatore

giovedì 28 novembre, ore 18
Facoltà di Architettura

Via Morgari 36/b Torino
aula 6VM

L’assemblea “Un altro piano per Torino” ha l’obiettivo di sviluppare una narrazione alternativa dei processi urbanistici di Torino, partendo dall’analisi dello strumento tecnico Piano regolatore e dell’apparente processo partecipato che l’Amministrazione comunale di Torino sta portando avanti.

Desideriamo aprire un dibattito sulle modalità con cui lo spazio cittadino viene organizzato, sulla base del nostro monitoraggio delle politiche urbane contemporanee, così da poter portare avanti lotte dal basso realmente partecipate per la difesa del territorio e la tutela dei bisogni della popolazione: con maggiore integrità rispetto alla controparte istituzionale, la quale continua a portare avanti slogan superficiali dietro a cui nasconde i soli interessi economici più facilmente reperibili.

Vi aspettiamo per discuterne insieme in questa assemblea pubblica e popolare, per ricordare, a fronte delle collaborazioni tra il Comune e il Politecnico di Torino, che la città è di chi la vive! 

Appunti sparsi da Scenario Torino: l’assessore parla ad Architettura

Pubblichiamo qui di seguito appunti sparsi presi il 16 ottobre scorso, quando l’assessore all’urbanistica Mazzoleni ha incontrato  studentesse e studenti  della Facoltà di Architettura per presentare il nuovo Piano Regolatore Generale  di Torino.

L’incontro, dal titolo “Trasformazioni e politiche per la Torino del futuro”, rientrava nel programma di Scenario Torino, una collaborazione tra l’Assessorato all’Urbanistica comunale e i dipartimenti DAD (Architettura e Design) e DIST (Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio) del Politecnico di Torino.

Il progetto, iniziato l’anno passato, è nato per favorire lo scambio di idee e interessi tra il Comune di Torino e il corpo studentesco del Politecnico. Il Comune, individuate delle aree specifiche, propone a chi studia di riprogettarle: l’assessore infatti a inizio incontro specifica a chi ascolta che è venuto perché dai progetti vorrebbe ottenere dell’IMMAGINARIO. Non sono previsti però neanche dei crediti formativi in cambio del lavoro gratuito di studenti e studentesse.

Mazzoleni descrive Torino come una città “paradossale”, ricca di storia, di produttività e di attività, ma in crisi costante dal 2008 con perdita di popolazione e stagnazione economica. In questo quadro però si innestano gli investimenti post covid (misurati in 3,5 miliardi di euro), che precedono (e sono arrivati in realtà senza, o meglio prima di) una progettazione specifica. Tra questi l’assessore ritiene che il principale sia la nuova linea metro 2 (per circa 1 miliardo), benché gli importi inziali siano stati poi ridotti dal governo attuale: la fase di progettazione è in partenza dato che la gara per l’assegnazione del progetto si è da poco conclusa. Invece la riqualificazione del Parco del Valentino (quantificata in circa 400 milioni di euro) viene presentata come il progetto bandiera della città, di cui lo stesso assessore si ritiene molto soddisfatto: sono ben 12 i cantieri già avviati o da avviare nell’area.

Altri progetti presentati, più in breve, sono stati:

  • Manifattura Tabacchi: dopo essere rimasta invenduta, l’assessore afferma che se il privato non è interessato tocca al pubblico intervenire per riqualificare l’area. Il progetto viene presentato come “interessante” perché coinvolge diversi attori pubblici (Comune, Demanio, CDP etc.)
  • Laghetti di Falchera: importante perché è un investimento in estrema periferia, anche se l’assessore ammette che forse non se ne farà nulla per l’aumento dei costi
  • Scalo Vallino: anche qui l’investimento più importante sarà la creazione di un nuovo (ed ennesimo) studentato privato

L’assessore passa poi a parlare degli “strumenti” pre-piano di cui si è dotato il Comune con due apposite delibere per venire incontro tempestivamente a quelle che definisce “urgenti necessità” della città, citando quindi:

  1. la delibera sugli “USI TEMPORANEI” per realizzare esperimenti al di fuori della pianificazione (esemplificativo il caso dello spazio “Flashback”, https://www.flashback.to.it/);
  2. la delibera quadro sulle operazioni urbanistiche in deroga (per esempio i  cambi di destinazione d’uso), per snellire le procedure prima svolte con singole deroghe;

Per quanto riguarda l’azione di coinvolgimento della città sul piano regolatore, l’assessore la definisce “ascolto” ed elogia stucchevolmente il lavoro svolto dall’associazione privata Urban Lab, definito “egregio” e il suo progetto “Voci di Quartiere” come applicazione diretta delle politiche comunali: ribadendo però che la partecipazione reale e democratica è nell’espressione di voto dei cittadini, i quali hanno dato il mandato ad agire votando il programma elettorale del sindaco Lo Russo. Quindi  ha nuovamente sostenuto che la cittadinanza va informata (di fatto a posteriori), ma non ci deve essere una sua ingerenza direetta nelle scelte che l’amministrazione comunale intende e intenderà compiere.

Scendendo più nello specifico del processo amministrativo fin qui svolto relativamente alla procedura di riscrittura del PRG, l’assessore ammette il ritardo, ma ribadisce che partendo dal lavoro già portato a compimento dalla precedente amministrazione Appendino si può procedere direttamente con una delibera.  Come previsto  dalla delibera  del programma di mandato approvata quando la giunta Lo Russo entrò in carica,  il nuovo PRG poggerà su idee programmatiche che l’assessore ha condensato in:

  • innovazione: Torino è ancora una città industriale, bisogna innovare per continuare a essere un polo capace di dare continuità alla manifattura;
  • ecosistema: la città va riprogettata perché secondo gli standard attuali non può essere più sostenibile di così;
  • welfare: l’obiettivo è “usare” la città per rispondere ai suoi bisogni.

L’assessore si concentra poi proprio sul welfare parlando della casa: afferma che in città ci sono più di 50.000 alloggi sfitti, secondo la sua opinione perché collocati in aree della città “non attrattive”: Il PRG quindi dovrà essere utilizzato per intervenire e modificare questa “percezione” di non attrattività. Così anche la possibilità di trasformazione dei locali commerciali in case viene da lui  presentata come una soluzione al bisogno, a patto di non degenerare come successo a Milano. Sulla manifattura invece afferma, come esempio, che Torino ha un regolamento molto rigido, definito “esagerato”, sull’inquinamento sonoro: propone quindi di rivederlo per venire incontro alle esigenze delle manifatture! L’assessore accenna poi, a spot, ad alcune questioni, definite “importanti”, che andranno risolte nel prossimo piano regolatore:

– perequazioni: le compensazioni posso essere anche spostate in altri parti della città e svincolate dalle aree edificate;
– sostenibilità: non fermarsi alla valutazione dell’aspetto ecologico, ma estenderla all’impatto sociale, che va reso però in qualche modo “oggettivabile”;
– flessibilità regolata: in zone d’interesse per gli investimenti la flessibilità può essere maggiore, in altre parti della città invece può esserci  più rigidità;
– aree di trasformazione: lo strumento della ZUT (Zona Unitaria di Trasformazione) è definito farraginoso, motivo per cui sarebbe necessaria una normativa più “porosa”
– indicazioni sistemiche: va introdotta nel PRG la definizione di “terreni agricoli”

Domenica 3 novembre: camminata a Bertolla

Assemblea Un Altro Piano per Torino
organizza

3^ camminata informativa
“Mettiamo i piedi dove hanno messo le mani”

domenica 3 novembre 2024
Bertolla

ritrovo ore 15 in via Fattorelli 81

Per rendere la camminata più accessibile dato il periodo e l’orario nei quali è stato possibile programmarla, il suo percorso è stato limitato all’area di Bertolla, con partenza e arrivo in via Fattorelli 81. Passando però, nel corso del suo svolgimento, in prossimità dell’isolone di Bertolla, che fa parte della Zona di Protezione Speciale del Parco del Meisino, sarà possibile mantenere il collegamento con il parco medesimo, grazie alla collaborazione del comitato Salviamo il Meisino per illustrare la situazione che coinvolge la zona stessa e il parco intero. L’orario di partenza resta invariato alle ore 15

Il comitato Salviamo il Meisino organizza inoltre, sempre domenica 3 novembre, dalle ore 12, l’inaugurazione del presidio “La tettoia”, con pranzo e vin brulé benefit e altre attività, a cui invitiamo tutt* a partecipare prima e dopo la camminata in Bertolla (vedi programma)

BERTOLLA NON C’È PIÙ
Non c’è più la Bertolla dei grandi prati, degli orti, delle casette basse.
Non c’è più l’ultimo vero borgo della città.Spazzato via da chi si appropria della terra per speculare e da amministratori comunali avide e incoscienti,
che nell’arco di pochi anni hanno svenduto un territorio unico per lasciarlo alla lottizzazione e alla costruzione di RSA, supermercati, palazzi.
Mentre si vedono ovunque cartelli di alloggi vuoti, per il Piano Regolatore anche gli ultimi angoli naturali del quartiere dovranno essere sostituiti da nuovi edifici residenziali. Sarà possibile cambiare il destino almeno di questi residui angoli verdi?
Domenica 3 novembre cammineremo tra i luoghi più significativi della tragica e violenta trasformazione di Bertolla. Sarà presente anche il Comitato Salviamo il Meisino che ci racconterà della vicina area naturale protetta dove dovrebbe essere realizzata una Cittadella dello sport, che i cittadini in rivolta stanno tentando di fermare.

MODIFICA PERCORSO camminata domenica 3 novembre

Modifica del percorso
della 3^ camminata informativa
“Mettiamo i piedi dove hanno messo le mani”

Per rendere la camminata  più accessibile dato il periodo e l’orario nei quali è stato possibile programmarla,  il suo percorso è stato limitato all’area di Bertolla, con partenza e arrivo in via Fattorelli 81. Passando però, nel corso del suo svolgimento, in prossimità dell’isolone di Bertolla, che fa parte della Zona di Protezione Speciale del Parco del Meisino, sarà possibile mantenere il collegamento con il parco medesimo, grazie alla collaborazione del comitato Salviamo il Meisino per illustrare la situazione che coinvolge la zona stessa e il parco intero. L’orario di partenza resta invariato alle ore 15

Camminata dal parco della Pellerina all’area della ex ThyssenKrupp/Ilva: uno specchio distorto

Invitandovi alla lettura e alla diffusione di questo resoconto della camminata svoltasi il 16 giugno scorso, cogliamo l’occasione per informarvi dell’assemblea circoscrizionale sul tema del “nuovo ospedale alla Pellerina” che si terrà lunedì 28 ottobre alle ore 18,30 presso il Teatro Provvidenza in via Asinari di Bernezzo 34/a. Le istituzioni dicono di volere il nuovo ospedale all’interno del parco: vi invitiamo a essere presenti numeros* per dimostrare attraverso la partecipazione democratica e un confronto costruttivo la contrarietà a questa ipotesi.
______________________________________________________________________


C’è un retta grigia, un segmento d’asfalto tratteggiato pieno di veicoli sfreccianti in qua e in là (corso Regina Margherita), che divide una grande area tra i quartieri Parella e Lucento a Torino. Un’area talmente estesa che ha richiesto 4 ore di tempo per essere percorsa e spiegata in passeggiata. Guardi la parte nord, quella oltre la retta grigia, e ne rimani turbato, ammiri la parte sud, una volta varcata la retta, e il turbamento si placa. E quindi ti domandi: cos’è che è andato storto a nord di quella retta grigia e rumorosa? Perché l’impressione è quella di trovarsi davanti a uno specchio distorto. E ancora ti chiedi, siamo proprio sicuri che una retta divida in maniera così netta inferno e paradiso?

Siamo una trentina di persone a porci queste domande in una bella domenica di inizio estate, quasi tutti abitanti della zona. Felici di esserci trovati di fianco alla cascina Marchesa, immersi nel verde e di iniziare la nostra passeggiata all’ombra dei gelsi, desiderosi di ascoltare un racconto ricco di particolari sul parco della Pellerina e sull’ex area industriale. Ma i dettagli del racconto oggi non riguardano gli aspetti bucolici del parco, la sua bellezza e la sua biodiversità. Perché se è vero che l’area verde più estesa di Torino (837.000 mq) ha tanto da offrire sotto questi aspetti, è pur vero che mostra anche alcuni elementi che richiedono delle riflessioni. E il primo di questi elementi in effetti ci appare non appena voltiamo lo sguardo verso la ex cascina, un parcheggio pieno di auto, indicato da Franca Elise, rappresentante dello storico comitato in Difesa della Pellerina, che ci guiderà nella prima parte della passeggiata. Continua a leggere

L’assessore risponde all’interrogazione ma, come al solito, non dice niente

Nel Consiglio Comunale del 14 ottobre l’assessore all’Urbanistica Mazzoleni, rispondendo a una interrogazione su che fine avesse fatto il nuovo piano regolatore di Torino, ha dovuto ammettere un ritardo non da poco delle varie fasi previste dalla legge regionale: gli indirizzi generali erano stati deliberati dalla Giunta comunale nel giugno 2023 e avrebbero dovuto essere approvati dal Consiglio nel 2024 per giungere al Piano definitivo entro ottobre  2026 alla scadenza del mandato. Ora invece si scopre che il preliminare verrebbe portato in discussione al Consiglio nel 2025 e però resterebbe confermata l’approvazione definitiva prima del ritorno alle urne.

Il ritardo sarebbe imputabile ad approfondimenti tecnici e soprattutto – dichiara l’assessore –   al lavoro di ascolto del territorio, passato dall’incontro con i grossi portatori di interessi (costruttori, architetti, mondo economico) a quello con le circoscrizioni (molto rapido e sommario) e infine con chi abita la città, attraverso una serie di iniziative che vanno dai questionari alle passeggiate, agli spettacoli. Lavoro di ascolto sul quale siamo stati piu’ volte critici, non svolto dal Comune ma affidato all’associazione Urban Lab (creata assieme a Compagnia di San Paolo): lavoro tanto impegnativo da far addirittura slittare le tempistiche di progettazione e scrittura del progetto preliminare, mentre invece avrebbero rispettato i tempi gli altri soggetti coinvolti nella stesura del piano, quali Città Metropolitana, Politecnico e Fondazione Bloomberg.

Non è ancora dato sapere quali compiti siano invece affidati ai competenti uffici del Comune, che del Piano Regolatore è pur sempre il titolare. L’assessore non l’ha detto e non ha nemmeno spiegato però quale ruolo concreto hanno il Politecnico e, soprattutto, la Fondazione Bloomberg, un soggetto privato statunitense che sta avendo accesso ai dati e alle procedure dell’Amministrazione comunale e che sta anche fornendo formazione, gratuitamente, sulle politiche del ‘fare la città’ persino al sindaco di Torino, ospite appena pochi giorni fa, assieme ad altri 500 primi cittadini, dell’annuale Bloomberg CityLab a Città del Messico.

Ma peggio ancora: l’assessore Mazzoleni  continua a non dire che cosa vogliono fare di Torino lui e la Giunta comunale, che progetti hanno per la vita e i bisogni delle persone, da realizzare con il  prossimo piano regolatore, che non siano solamente il continuamente ripetuto ‘cogliere le opportunità’ che possono arrivare in città. Il Consiglio comunale aspetta di discuterne dal giugno 2023 e così  la città intera è privata di una discussione e di un confronto confronto pubblici: a cui  singoli assessori e  sindaco preferiscono esternazioni parziali, in occasioni specifiche e di fronte a pubblici selezionati.

Il consigliere presentatore dell’Interpellanza si è dichiarato insoddisfatto per il rischio che il Piano non venga approvato entro il 2026 come previsto: noi siamo invece preoccupati che venga approvato, anche se nei tempi previsti, un piano regolatore costruito di nascosto che non pensa ai bisogni di tutte le persone ma ai guadagni di alcuni.