Aggiornamento: presentazione del piano regolatore di martedì 14 settembre trasmessa in streaming video

Sul sito  https://www.prgtorino.it/  è comparso il seguente aggiornamento

” (…) siamo spiacenti di comunicarvi che non ci sono più posti disponibili in sala per l’incontro “IL NUOVO PIANO REGOLATORE. DISEGNARE OGGI LA TORINO DEL FUTURO”, il momento di presentazione dei contenuti del nuovo Piano alla presenza del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo e dell’Assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni.
L’evento si potrà comunque seguire in streaming su i canali YouTube e Facebook della Città di Torino, martedì 14 ottobre dalle ore 17.30.”

Al momento la segnalazione della trasmissione non è pubblicata sul sito della Città di Torino o quelli relativi al piano regolatore  e sui canali in cui verrà effettuata,

Il nuovo piano regolatore presentato a inviti, in modo riservato e in una struttura privata

Sul sito https://www.prgtorino.it/ è pubblicato l’invito “a partecipare all’incontro “IL NUOVO PIANO REGOLATORE. DISEGNARE OGGI LA TORINO DEL FUTURO”, un momento di presentazione dei contenuti del nuovo Piano che si terrà alla presenza del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo e dell’Assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni.” L’evento si svolge martedì 14 ottobre presso un istituto di formazione superiore privato in centro città.

La partecipazione è vincolata alla preiscrizione tramite un modulo da compilare on line sul sito stesso, in cui viene chiesto in rappresentanza di quale organizzazione si chiede di partecipare, precisando solamente in ragione di una sola persona per ciascuna organizzazione. La presentazione non è per tutta la cittadinanza, ma, come riportato per “rappresentanti del territorio”.

La comunicazione è pubblicata su un sito internet che tutt* possono vedere, ma che non è mai stato indicato nè su quello istituzionale del Comune, nè su quello denominato TorinoCambia relativo a interventi del PNRR e al Piano Regolatore, nè su quello di Urban Lab, il soggetto che organizza la campagna di comunicazione che  accompagna la stesura del piano e risulta l’organizzatore della presentazione del 14 ottobre. E su nessuno di questi siti viene data notizia dell’evento.

Il link a https://www.prgtorino.it/ è riportato però su un invito in forma scritta a partecipare a firma di sindaco e assessore all’urbanistica stessi, che contiene il rimando al sito per la registrazione a titolo di conferma di partecipazione: sembrerebbe quindi che quella presso la esclusivissima scuola superiore di affari privata, non nell’aula magna dell’università pubblica, sia una presentazione non destinata alla cittadinanza e neanche a tutte le organizzazioni presenti sul territorio, ma solo a quelle invitate espressamente e selezionate con chissà quale criterio. Saranno associazioni imprenditoriali o di categoria? ordini professionali? senza scopo di lucro?

Finora, dopo l’inutile tour nei quartieri durato un anno durante il quale non sono emerse indicazioni sul contenuto del prossimo piano regolatore, in un contesto pubblico il piano medesimo è stato solamente delineato durante una commissione urbanistica nel mese di luglio, alla quale l’assessore aveva annunciato che ne sarebbero poi seguite altre, una per mese da settembre a dicembre. Ma siamo a ottobre e non si è ancora visto niente, mentre ora si scopre che fra pochi giorni ne parlerà invece lui assieme al sindaco ma a inviti, in modo riservato e in una struttura privata (che ci auguriamo sia perlomeno stata messa a disposizione senza costi diretti o indiretti per il Comune).

L’approvazione definitiva in Consiglio Comunale del nuovo piano regolatore è stata prevista nel mese di gennaio 2026: così come era iniziato a giugno 2023, il suo percorso sta per concludersi in modo non trasparente e non partecipato. E anche questo non fa presagire niente di buono

Nuovo piano regolatore: l’assessore Mazzoleni il mercante, Torino la merce

La Commissione urbanistica del Consiglio Comunale si è riunita giovedì 10 luglio con all’ordine del giorno “OBIETTIVI E STRATEGIE DEL NUOVO PIANO REGOLATORE”, per consentire all’assessore all’urbanistica Mazzoleni di illustrare con l’ausilio di diapositive le linee generali del piano. Noi ne abbiamo seguito la presentazione e proviamo quindi a sintetizzare, commentandolo, il contenuto delle diapositive, di cui si può prendere visione qui.

(le parti in blu sono sintesi dei contenuti del documento, quelle in nero i nostri commenti)

Operatività
CRONOPROGRAMMA E MILESTONE
2025
– agosto: quadro conoscitivo
– settembre: commissione urbanistica – strategie
– ottobre: commissione urbanistica – scenari e norme
– novembre: elaborati analisi + bozza progetto preliminare
– dicembre: elaborati tecnici / commissione urbanistica su processo
– entro fine dicembre delibera di giunta preliminare
2026
– discussione consiliare e adozione Progetto Preliminare (a inizio 2026)

La diapositiva del cronoprogramma ci ha colpito su un aspetto: logica vorrebbe che per iniziare qualsivoglia progettazione si debba partire da un quadro conoscitivo dello stato esistente. Il cronoprogramma mostrato dall’assessore Mazzoleni invece pone l’acquisizione del quadro esistente ad agosto 2025. In realtà il quadro era già stato prodotto per la proposta tecnica del progetto preliminare approvata nel 2020, ma andava aggiornato essendo passati anni dalla sua produzione.  Il fatto che l’aggiornamento arrivi a progetto preliminare quasi pronto, essendo prevista l’approvazione a dicembre 2025, ci porta a sospettare che l’assessore e magari anche la giunta comunale abbiano perseguito nella realizzazione del piano obiettivi che prescindono dalla situazione reale del territorio, dato che non hanno avuto bisogno di un quadro conoscitivo aggiornato per comprendere i bisogni della città e porsi il loro soddisfacimento quale obiettivo da raggiungere!
La prevista programmazione di un incontro mensile da settembre a dicembre 2025 da parte dell’assessore con la Commissione Urbanistica per l’illustrazione dell’avanzamento della scrittura delle varie parti del piano, fino alla approvazione del progetto preliminare in Giunta entro fine dicembre, di fatto taglia fuori dalla sua elaborazione il Consiglio Comunale, titolare delle competenze in materia urbanistica, che potrà nella sua completezza discutere il progetto preliminare per ultimo, da gennaio 2026, con poca probabilità di poterlo modificare e con la sola funzione di approvarlo così come sarà stato formulato dall’assessore all’urbanistica, grazie al sicuro consenso della maggioranza che sostiene l’attuale amministrazione.

IL GRUPPO DI LAVORO
La diapositiva relativa al gruppo di lavoro impegnato  nella stesura del nuovo piano ci mostra come dal punto politico sia obiettivo dell’assessore escludere completamente il Consiglio Comunale: il nuovo PRG diventa un affare da discutere esclusivamente in giunta senza coinvolgere quella che sulla carta è la reale rappresentanza delle città, ovvero le varie consigliere e consiglieri comunali eletti.
Dal punto di vista operativo si constata invece che il nuovo piano viene  costruito principalmente tramite consulenze esterne agli uffici comunali. Per esempio tutto il fondamentale lavoro di analisi specialistiche ed elaborazione tecnica relative all’urbanistica, al patrimonio, all’estimo e alle perequazioni (strumento centrale nel progetto di Mazzoleni) è stato assegnato a tre enti universitari, 2 piemontesi (UniTo e PoliTo) ed uno veneto (IUAV).
Colpisce anche come il public engagement (la consultazione pubblica) venga completamente esternalizzato: l’ascolto e il coinvolgimento della cittadinanza sono stati affidati a Urban Lab (associazione privata costituita dal Comune e  dalla Compagnia di San Paolo) e alla fondazione newyorkese Bloomberg Philantrophie, collegata al gruppo imprenditoriale finanziario statunitense Bloomberg Associates.  Come ben sappiamo, è difficile che dei privati possano agire in ambito pubblico senza farsi portatori dei loro interessi: in questo senso è a nostro parere estremamente  pericoloso affidare un compito così delicato come il coinvolgimento della cittadinanza anche a un soggetto collegato a un’azienda, americana, di consulenze quale Bloomberg, soggetto che oltretutto ha già preso parte ai dannosi processi di rigenerazione urbana di Milano.
Mazzoleni si fa vanto del notevole sforzo di “ascolto del territorio” tanto da farlo apparire nel suo cronoprogramma: ma qual è la qualità di questo presunto “ascolto”? Chi ha elaborato i dati raccolti durante le azioni di coinvolgimento della cittadinanza?

1. Strategie: roadmap per la Torino futura
Torino è ben posizionata per diventare un laboratorio di riuso, sostenibilità e innovazione, oltre che una destinazione internazionale per la tecnologia e gli investimenti.
Il nuovo PRG valorizza le voci dei quartieri torinesi proponendo strategie innovative di uso del suolo per guidare una trasformazione urbana sostenibile.
Cultura, sport e spettacolo “Torino: una città che intrattiene tutti gli spettatori”

2. Brief tecnico: come funzionerà il nuovo piano
Il Piano definisce regole, parametri e procedure per l’uso del suolo, l’edificazione e la trasformazione a scala urbana e metropolitana. A supporto del riuso adattivo, della transizione ecologica e dell’innovazione della città.

La nuove cornice regolativa
AZZONAMENTO
La zonizzazione è aggiornata per il riuso adattivo, ma è flessibile per consentire nuovi mix funzionali e la tutela delle funzioni ‘fragili’ e dei tratti caratterizzanti del tessuto urbano esistente. Priorità al rinnovo e al riuso. Densificazione equa e sostenibile attraverso meccanismi di perequazione; la capienza volumetrica sarà maggiorata fino a 500 metri dalle fermate delle linee di metropolitana.

TRASFORMAZIONE
– rigenerazione del tessuto esistente
– figure strategiche di ricomposizione urbana che connettono ambiti consolidati
(es. Parco lineare del Trincerone e nuova linea metro)
– identificazione
 di aree di trasformazione attuabili, regolate con semplici indicazioni funzionali e volumetriche;
– definizione di obiettivi e strategie chiare per tutelare il pubblico interesse
AREA METROPOLITANA
Pianificazione congiunta delle aree di sviluppo strategico tra città limitrofe
● Hub intermodali che connettono il trasporto urbano con le grandi infrastrutture (es. TAV, Milano, Francia)
● Tutela condivisa delle aree verdi ed ecologiche tra i comuni
● Pianificazione coordinata della mobilità a scala metropolitana

NORME TECNICHE
le Figure di Ricomposizione Urbana (FRU) sostituiscono le  ZUT (Zone Urbane di Trasformazione). Caratteristiche: 1. dimensioni elevate (superiori ai 15.000 mq?) 2. proprietà omogenea o unitaria

Le ZUT (Zone Urbane di Trasformazione)  sono aree identificate dal Piano Regolatore Generale attuale per interventi di riqualificazione e trasformazione urbanistica, spesso sono ex aree industriali o dismesse. Il Comune di Torino classifica e gestisce queste zone attraverso piani e schede normative, come le schede delle Zone Urbane di Trasformazione (ZUT) e le schede delle Aree da Trasformare per Servizi (ATS).

Come esempio di prossima FRU viene mostrata nelle diapositive l’area dello scalo ferroviario San Paolo, oggi costituita da una lunga serie di bassi fabbricati utilizzati per svariate attività commerciali e artigianali. Oltre a riconfermare i lavori pubblici per la ristrutturazione e l’apertura della vecchia stazione scalo San Paolo per passeggeri privati (con i soldi delle compensazioni della linea TAV?) l’assessore afferma che le FRU sfrutteranno, per decollare, la disponibilità di interconnessioni, lasciando intendere che nell’area possano sorgere anche spazi verdi: ma di che tipo? Da cosa verranno sostituiti i bassi fabbricati esistenti? Lo strumento delle perequazioni in questo caso è perfetto:  compro i diritti edificatori da qualche altra area che non li può usare e tiro su palazzi di quanti piani voglio. Le FRU appaiono così come zone di futura speculazione, perfette e adattabili alle esigenze degli immobiliaristi!

Evidenziamo inoltre che non viene chiarito quali saranno le sorti dei terreni liberi interclusi delle attuali Zone Urbane di Trasformazione (ZUT) che le Figure di Ricomposizione Urbana andrebbero a sostituire. La qualifica di ZUT, nell’attuale PRG, implica che quelle aree possono essere trasformate “indipendentemente dallo stato di fatto”, ammettendo interventi di “radicale ristrutturazione urbanistica e di nuovo impianto”. Molte ZUT attualmente, accanto ad aree dismesse, includono terreni liberi dove non si è mai costruito, rari spazi naturali che bisognerebbe preservare e che invece sono considerati mere superfici e vuoti urbani da sfruttare. Dopo decenni di trasformazioni che hanno divorato territorio e suolo, il nuovo PRG dovrebbe essere l’occasione per cancellare l’edificabilità dei terreni liberi naturali rimasti.

Mancano poi riferimenti alla politica degli oneri di urbanizzazione e al contributo straordinario che la città intende applicare nei prossimi anni. Un’equa “tassazione” della rendita fondiaria e immobiliare, che è stata il vero motore delle trasformazioni della città, ridurrebbe le aspettative di realizzazione di plusvalori degli operatori immobiliari sul valore del costruito e porterebbe alla collettività risorse economiche proporzionate rispetto al vantaggio economico del privato.

Perequazioni edificatorie
La perequazione tra diritti edificatori e capienza edificatoria genera domanda e offerta di volumi perequati
DOMANDA edificatoria: densificazione del consolidato in prossimità delle linee di forza del trasporto pubblico e nelle aree di trasformazione, dove i diritti edificatori delle aree sono inferiori alla capienza.
OFFERTA edificatoria: aumento aree permeabili con diritti edificatori non attuabili in situ, dove i  diritti edificatori sono superiori alla capienza edificatoria delle aree.

Il piano regolatore prevederà l’esistenza di diritti edificatori, cioè di costruire edifici, in tutte le aree cittadine, comprese quelle verdi collinari: ma i proprietari di quelle in cui vi sarà però divieto di costruire potranno cedere, ovviamente a pagamento, i metri cubi di edifici assegnati alle proprie aree ai proprietari di aree sulle quali invece si potrà costruire.

Siccome è previsto che nelle aree dismesse da rigenerare (ex ZUT, ora FRU) ed entro i 500 metri dalle stazioni della linea 1 della metropolitana (e della linea 2 di prossima costruzione) sarà possibile aumentare le attuali volumetrie delle costruzioni, cioè costruire di piu’ (usando i terreni vuoti e aumentando i piani degli edifici se il terreno non e’ sufficiente), i proprietari di terreni situati in queste zone potranno acquistare i diritti edificatori da quelli delle aree che ne hanno a disposizione ma in cui non si può costruire: nelle diapositive viene fatto l’esempio proprio dei diritti relativi alla collina, che potranno essere trasferiti (cioe’ venduti) per costruire lungo i percorsi delle metropolitane.
Ovviamente dove esistono già case, questo vorrà dire un aumento della popolazione (densificazione, viene chiamata nei documenti), con quello che ne consegue come abitabilità delle zone, specialmente se non aumentano contemporaneamente i servizi e le strutture di supporto. Sarà davvero equa e sostenibile questa “densificazione” come dichiara l’assessore all’urbanistica? O si finirà come a Milano, con tante case e pochi servizi per chi le abita?

Quartieri o circoscrizioni?
Tutela e valorizzazione delle centralità di quartiere
● Sistemi di zonizzazione speciale per favorire il commercio di prossimità, gli spazi comunitari e i servizi al piano terra.
● Identificati 34 quartieri su cui intervenire in modo diversificato a seconda delle caratteristiche di ognuno

Il nuovo piano avrebbe come centrale lo sviluppo a livello di piccole porzioni di territorio che hanno caratteristiche omogenee, identificate nei quartieri già esistenti calcolati in 34. Secondo l’assessore la densità abitativa e i relativi servizi, dal commercio agli spazi pubblici, sarebbero quindi da progettare o coordinare su questo livello di territorio, nel quale gli abitanti si riconoscono di piu’ che non in quello più esteso delle circoscrizioni. Il valore del rapporto tra abitanti e loro quartiere è stato uno degli strumenti usati a Milano per costruire, attraverso iniziative finanziate anche dai privati (fondazioni o società aventi interesse), la coesione di zona che ha consentito di realizzare le operazioni urbanistiche speculative che hanno poi alterato fortemente le caratteristiche dei territori dei quartieri stessi, spostando l’attenzione degli abitanti su altri aspetti che non quello urbanistico.
Da mesi si sentono gli amministratori comunali parlare dell’importanza e della bellezza dei quartieri torinesi, la presunta campagna ‘di ascolto’ si chiamava Voci di quartiere, l’assessore preannuncia una gestione della città per quartieri: ma non e’ credibile che la complessità di situazioni, problemi e territori da cui e’ composta Torino possa essere governata con interventi di scala ridotta come quelli di quartiere, esistono inoltre aree di grandi e grandissime dimensioni il cui destino va ben oltre quello di un singolo quartiere o più di uno.
La gestione amministrativa del territorio è poi però affidata a organismi istituzionali come le circoscrizioni, il cui numero è stato ridotto proprio alle ultime elezioni amministrative, con un conseguente aumento delle incombenze per l’aumento delle dimensioni a cui non e’ corrisposto un proporzionale incremento delle risorse a disposizione.
Progettare le trasformazioni della città per quartiere presuppone di non prevedere un interscambio tra le corrispondenti porzioni del territorio cittadino, provocando inoltre un frazionamento della comunità di cittadine e cittadini sulla base della porzione di territorio che abitano e delle sue caratteristiche:  rendendo così difficile la loro partecipazione ai processi che riguardano la città intera e che non possono essere localizzati solamente in una o piu’ sue piccole porzioni, che si tratti intervenire  sulla qualità dell’aria e dell’ambiente, sulla produzione e redistribuzione del reddito, sulla mobilità e altre condizioni che riguardano Torino nel suo complesso.

Piano e politiche
Cornice per l’implementazione delle politiche della città.  Integrazione delle politiche settoriali nel piano regolatore come motore di uno sviluppo urbano coeso 
● Tutela del commercio di prossimità e delle funzioni pubbliche ai piani terra
● Integrazione tra pianificazione urbanistica e mobilità
● Incentivi per un’offerta abitativa accessibile, diversificata e inclusiva in tutta la città

Riguardo all’“abitare”, segnaliamo che il documento si limita a prevedere “Incentivi per un’offerta abitativa accessibile, diversificata e inclusiva in tutta la città”, un’espressione estremamente vaga, che non fa prevedere una particolare attenzione all’esigenza di edilizia sociale e ai bisogni di migliaia di famiglie in attesa di una risposta da tempo. Né fa cenno al peso che verrà attribuito all’housing sociale (falsa risposta alla questione abitativa e ghiotta occasione per gli investitori) o al modo in cui il futuro PRG realizzerà il Piano dell’Abitare i cui indirizzi sono stati approvati nel luglio scorso dal Consiglio Comunale.

Verde e sostenibilità
● Integrazione e monitoraggio dei servizi ecosistemici nella pianificazione urbana
● Tutela e attivazione di aree agricole ed ecologiche
● Nuovi indicatori di sostenibilità per guidare i processi di trasformazione
● Meccanismi di perequazione per tutelare e rigenerare il suolo permeabile

Nella presentazione dell’assessore si parla di “nuovo approccio per una pianificazione ecosistemica”, prevedendo l’”integrazione e il monitoraggio dei servizi ecosistemici nella pianificazione urbana”, “tutela e attivazione di aree agricole ed ecologiche” e “nuovi indicatori di sostenibilità”. Non possiamo evitare di notare il forte contrasto di queste  espressioni con i progetti che la città sta portando avanti attualmente, che stanno devastando parchi e aree naturali protette senza alcuna considerazione della forte contestazione dei cittadini (es. ospedale alla Pellerina, Cittadella dello Sport al Meisino, supermercato Esselunga al posto del Giardino Artiglieri da Montagna, Fan Village permanente per ATP in piazza d’Armi).
Non si capisce inoltre se la “pianificazione ecosistemica” del nuovo Piano sarà realmente tale o se si baserà sulle compensazioni (deimpermeabilizzazione, messa a dimora di alberi), misure che non sono in grado in realtà di bilanciare la perdita di suolo ed ecosistemi; il meccanismo della compensazione costituiva un pilastro della Revisione di Piano della amministrazione precedente e fu già contestato da alcune osservazioni presentate dai cittadini.

DI COSA NON PARLA IL NUOVO PIANO REGOLATORE NELLE SCHEDE PREDISPOSTE DALL’ASSESSORE ALL’URBANISTICA  MAZZOLENI?
Per esempio, di sanità e strutture sanitarie, di lavoro e insediamenti produttivi 

 

Richiesta di convocazione della commissione urbanistica per risposta alle osservazioni sulla proposta tecnica progetto preliminare PRG

qui sotto riportiamo il testo della mail inviata ad assessore all’urbanistica, sindaco e presidente commissione urbanistica del Comune di Torino con la richiesta di convocare la commissione urbanistica per rispondere alle osservazioni presentate nel 2020 alla proposta tecnica di progetto preliminare di revisione del piano regolatore utilizzata dal Comune per l’approvazione del nuovo piano, secondo quanto dichiarato dall’assessore nel luglio scorso e riportato in https://apto.noblogs.org/post/2025/07/16/cittadin-in-commissione-urbanistica-per-chiedere-risposte-sul-nuovo-piano-regolatore/

 

Comune di Torino
all’Assessore all’Urbanistica
al Sindaco
al Presidente Commissione Urbanistica

Nel corso della Commissione Urbanistica del 10 luglio scorso era stata data  parola a un rappresentante di Assemblea Un altro piano per Torino per leggere e illustrare la richiesta all’Assessore all’Urbanistica, anche a nome di Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua – Comitato Acqua Pubblica Piemonte, Forum nazionale Salviamo il Paesaggio Difendiamo i Territori – Comitato per il torinese, Potere al Popolo! Torino, ATTAC Torino, No Tav Torino e Cintura, Italia Nostra Consiglio Regionale Piemonte – sezione di Torino, di risposta esplicita alle osservazioni a suo tempo presentate da questi soggetti relativamente alla Proposta tecnica del progetto preliminare di revisione del Piano Regolatore approvata nel 2020, utilizzata come base per la approvazione del Progetto preliminare del nuovo Piano regolatore.

Nel corso della riunione l’Assessore all’Urbanistica rispondeva che ai termini della normativa attuale non era prevista la controdeduzione esplicita alle osservazioni presentate sulla proposta tecnica del progetto preliminare, ma che quelle oggetto della richiesta di risposta erano state comunque analizzate e valutate. Al termine della seduta nel corso di una discussione avvenuta fuori dalla sala in cui la commissione si era svolta, a fronte della aperta manifestazione di insoddisfazione da parte di alcun* facenti parte dei soggetti che avevano richiesto le spiegazioni per la risposta data dall’assessore, alla presenza di altri partecipanti, tra cui il Presidente della Commissione Urbanistica, l’assessore medesimo si dichiarava disponibile alla convocazione di una seduta apposita della Commissione sulle osservazioni oggetto della richiesta letta nel corso della seduta appena conclusa, richiesta il cui testo era inoltre stato anche consegnato ai partecipanti.

La presentazione di osservazioni scritte sul testo vero e proprio della proposta tecnica del progetto preliminare su cui si basa il nuovo piano regolatore è stata una modalità di partecipazione, prevista dalla normativa, con valore sicuramente non inferiore a quello che ha avuto la presenza agli incontri organizzati tramite Urban Lab ai quali l’assessore ha partecipato: nei quali non si entrava peraltro nel merito delle questioni, mentre le osservazioni presentate sono riferite ad aspetti specifici che la proposta tecnica alla base del progetto preliminare esplicita.

Riteniamo quindi che, anche se non previsto dalla normativa, rispondere a quanto già osservato per scritto da cittadini e soggetti collettivi su quella che è la base del progetto preliminare sia una azione di partecipazione (e trasparenza) dovuta non meno importante degli incontri in sede non istituzionale.

Chiediamo pertanto che la disponibilità data, anche se informalmente, si concretizzi nella convocazione urgente, data la prevista tempistica di approvazione del progetto preliminare, di una seduta pubblica della Commissione Urbanistica alla quale i presentatori delle osservazioni alla proposta tecnica del progetto preliminare siano invitati a partecipare. In quanto portatori di interessi diffusi siamo inoltre interessati a partecipare ai tavoli delle commissioni tecniche  che accompagnano  la procedura del  piano regolatore.

Assemblea Un altro piano per Torino
con
ATTAC Torino  

Comitato Acqua Pubblica Piemonte
No Tav Torino e Cintura
Potere al Popolo! Torino
Salviamo il Paesaggio – Comitato per il torinese

Cittadin* in Commissione urbanistica per chiedere risposte sul nuovo Piano regolatore

Giovedì 10 luglio a Palazzo Civico si sono accesi i riflettori sul nuovo Piano regolatore di Torino. All’appuntamento delle ore 14:30 in Commissione urbanistica ci presentiamo in tante e tanti, singol* cittadin*, comitati, movimenti e associazioni: per vedere dal vivo se il chiacchierato assessore Mazzoleni scoprirà almeno in parte le carte, dato che negli incontri pubblici dedicati alla partecipazione cittadina (Voci di quartiere) è sempre stato abbottonato e, a parte qualche slogan, non è mai sceso nei particolari delle sue idee su come sarà concepito il nuovo piano regolatore della città. Ma siamo lì anche per chiedere che venga data risposta alle osservazioni di cittadin* e soggetti collettivi presentate nel 2020 sulla proposta di revisione del piano regolatore attuale, che l’amministrazione Lo Russo ha poi usato come base per iniziare l’iter di approvazione del nuovo piano.

In attesa dell’inizio intercettiamo il presidente della commissione e otteniamo di poter intervenire a questo proposito con la lettura del documento a nome dell’assemblea Un altro piano per Torino a cui hanno aderito Comitato Acqua Pubblica Torino, Salviamo il Paesaggio Torino, Potere al Popolo! Torino, No Tav Torino e cintura, ATTAC Torino e Italia Nostra Torino, documento che nel frattempo distribuiamo anche a consigliere e consiglieri comunali che arrivano alla spicciolata.

Con quel documento siamo infatti venuti a richiedere una risposta alle osservazioni che erano state presentate 5 anni fa in occasione della procedura di revisione del piano attuale avviata dall’amministrazione Appendino. Siccome per abbreviare i tempi dei lavori l’attuale Giunta ha voluto riprendere quanto già approvato nel precedente Consiglio comunale, impostandolo come procedura di approvazione di un nuovo PRG e non solo più di revisione di quello attuale, riteniamo molto grave che il Comune di Torino non abbia mai risposto ad associazioni, comitati e movimenti o singol* cittadine/i che all’epoca presentarono delle osservazioni in forma scritta, secondo quanto previsto dalle leggi urbanistiche, mentre invece l’assessore da quasi due anni incontra in modo informale soggetti professionali ed economici portatori di interessi, circoscrizioni e gruppi di cittadini per chiedere loro aspettative nei confronti del prossimo piano regolatore.

L’assessore Mazzoleni infatti continua a valorizzare il proprio operato sottolineando i passi compiuti, anzi li definisce “sforzi”, per favorire la partecipazione della cittadinanza alla riscrittura del piano con l’ascolto e il coinvolgimento: una bella faccia tosta, visto che sa bene che cittadin*, associazioni, comitati e movimenti sono in attesa da 5 anni di una risposta alle loro obiezioni.

La commissione prende avvio con l’esposizione da parte di Mazzoleni delle linee generali del nuovo piano regolatore, coadiuvato dalla proiezione dalle consuete slide, alle quali ci ha abituati: e questa volta non restiamo del tutto delusi, anche se dobbiamo fare uno sforzo per ripulire i concetti base infiorettati dai fiumi di parole assessoriali.

Si inizia con l’organigramma del personale e delle risorse coinvolte nella stesura del piano, in cui spiccano i nomi dell’agenzia privata americana Bloomberg e della associazione partecipata di Comune e Compagnia di San Paolo “Urban Lab”, incaricate del “public engagement” (ovvero, detto in parole povere, del coinvolgimento pubblico): una conferma di quanto l’assessore sia interessato al parere di chi vive la città, visto che fa svolgere questo delicato compito a soggetti privati. Sì passa poi al cronoprogramma dell’iter di approvazione: il prossimo passo sarà la consegna del documento denominato “preliminare di piano”, che dovrà poi essere discusso e approvato dal Consiglio comunale e nuovamente sottoposto alle osservazioni della cittadinanza.

Ed ecco che si entra nel vivo: quali sono le idee dell’assessore per il nuovo piano? Ne facciamo un breve accenno, ma ci riserviamo di parlarne successivamente in modo più dettagliato.
Si prevede, ad esempio, l’aggiornamento della zonizzazione, con la divisione della città ai fini urbanistici in 34 quartieri e  l’abolizione delle Zone Urbane di Trasformazione (ZUT) che verranno rinominate FRU (Figure di Ritrasformazione Urbana) e saranno più piccole, ma saranno previste anche destinazioni d’uso meno definite. Oppure verranno aumentati gli indici edificatori della collina per favorire uno strumento già in uso in città: lo scambio e acquisto di diritti di edificazione. L’assessore ben si guarda dal menzionare le risposte alle osservazioni e inoltre non spende una parola sulle questioni di casa, salute e lavoro, tantoché non appena si apre il dibattito sono consigliere/i della maggioranza a farsi sotto con domande su questi argomenti. L’opposizione invece sottolinea i vizi di forma procedurale, soprattutto sul forzare il lavoro della precedente amministrazione verso un fine completamente diverso da quello per cui era stato avviato.

Giunge al fine il nostro turno e dopo la lettura del documento ci sentiamo dire, dall’assessore, che non c’è obbligo da parte dell’amministrazione comunale a dare risposta esplicita a quelle osservazioni: ma siccome i preliminari del nuovo piano sono stati stilati anche tenendo conto di quelle osservazioni presentate nel 2020 al progetto di revisione, è da intendersi che il progetto preliminare del nuovo piano regolatore ne conterrà quindi implicitamente anche le risposte. Affermazione questa che riteniamo dal punto di vista democratico del tutto insufficiente, anche se legittimata da una normativa urbanistica che non fornisce strumenti certi di partecipazione della cittadinanza e dal basso alla formazione dei piani regolatori. In virtù della più volte declamata volontà dell’amministrazione comunale, per voce del suo assessore all’urbanistica, di consultare cittadine e cittadini, riteniamo che sia dovuta comunque da parte del Comune una risposta pubblica e diretta alle osservazioni da loro presentate in modo dettagliato e in forma scritta.

La nostra richiesta di risposta è sostenuta anche da una parte di consigliere/i. Continuando la discussione, dopo il termine della commissione, con alcun* di noi nel corridoio, alla presenza di funzionar* del Comune e del presidente della Commissione urbanistica stessa, l’assessore dichiara la disponibilità a organizzare comunque una seduta di commissione apposita per dare conto delle risposte alle osservazioni del 2020. La promessa è stata fatta a riunione chiusa, ma noi l’abbiamo registrata e ci aspettiamo che l’assessore Mazzoleni la rispetti: invece di chiacchierare di partecipazione, è arrivato il tempo di farla davvero rispondendo alle obiezioni chi la città la abita.

 

RICHIESTA DI RISPOSTA ALLE OSSERVAZIONI SULLA “PROPOSTA TECNICA DEL PROGETTO PRELIMINARE DI REVISIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE DI TORINO”

documento presentato nel corso della Commissione Urbanistica del Comune di Torino durante la seduta del 10 luglio scorso

RICHIESTA DI RISPOSTA ALLE OSSERVAZIONI PRESENTATE DA ASSOCIAZIONI,
MOVIMENTI E CITTADIN* ALLA “PROPOSTA TECNICA DEL PROGETTO PRELIMINARE DI REVISIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE DI TORINO” APPROVATA NEL 2020

L’assemblea permanente Un Altro Piano per Torino, che si sta occupando da gennaio 2024 di monitorare la scrittura del nuovo Piano Regolatore Generale di Torino, intende apportare quale contributo alla odierna esposizione la puntualizzazione su un passaggio obbligato preposto alla democrazia del processo di pianificazione.
Ci riferiamo al fatto che sia stato finora omesso di controdedurre le osservazioni avanzate nell’ottobre 2020 da associazioni, movimenti, privat* cittadin* nel merito della “Proposta tecnica del progetto preliminare di Revisione del PRG di Torino” approvata dal Consiglio Comunale nel 2020 su iniziativa della amministrazione della Sindaca Appendino ed elaborata dagli Uffici del Piano del Comune di Torino, proposta tecnica la quale nel dicembre dello stesso anno era stata oggetto della Conferenza di Copianificazione nel corso della quale le suddette osservazioni erano state esposte dai rappresentanti dei soggetti presentatori citati.

I seguenti dei suddetti soggetti oggi richiedono che si risponda alle osservazioni
presentate:
Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua – Comitato Acqua Pubblica Piemonte
Forum nazionale Salviamo il Paesaggio Difendiamo i Territori – Comitato per il torinese
Potere al Popolo! Torino
ATTAC Torino
No Tav Torino e Cintura
Italia Nostra Consiglio Regionale Piemonte – sezione di Torino.

Le istanze oggetto delle osservazioni presentate che ad oggi risultano pertanto “inevase” riguardano:
 la carenza di un quadro conoscitivo esaustivo
 la sistematica monetizzazione degli oneri senza rispetto dei bisogni nei vari ambiti di
intervento
 la riduzione dei contributi di costruzione e degli oneri di urbanizzazione a favore del privato e a sottrazione della collettività
 la non compensazione delle carenze già in essere di servizi, in specie quelli mirati alla sanità
 la deroga dal contenimento di consumo di suolo, aprendo a “usi transitori” e sanatorie
 sulle aree a servizi pubblici, il sacrificio del verde di libero accesso a fronte di strutture
private gestite su concessione
 il mantenimento degli alti indici di edificabilità (se pur ritoccati in minus in alcuni ambiti) e quindi di congestione urbana
 la mancanza di un piano organico di mobilità in ambito urbano, mentre preoccupanti sono i progetti in campo
 il lasciare adito al trascurare o sacrificare gli aspetti connotanti il costruito urbano nei
processi di cosiddetta “rigenerazione“ (modifiche di sagome e di altezze e delocalizzazioni)
 il favorire usi promiscui anche in ambito agricolo – ben al di fuori dai bisogni colturali che comportano nuove infrastrutturazioni e sotto servizi
 il favorire supermercati e ipermercati sacrificando il commercio di vicinato
 la mancanza di una risposta per quanto riguarda il fabbisogno di edilizia popolare.

Nello specifico, in particolare:

– per quanto riguarda il consumo di suolo si evidenzia l’osservazione del Comitato torinese del Forum nazionale Salviamo il Paesaggio Difendiamo i Territori, che ricorda la natura di risorsa viva, finita e non rinnovabile del suolo (la cui distruzione non può essere compensata attraverso la deimpermeabilizzazione di altre aree) e con la quale si chiede di classificare come inedificabili tutti i terreni liberi naturali che non sono oggetto di strumenti esecutivi già approvati, prevedendo la possibilità di costruire solo su terreni già impermeabilizzati e la  predisposizione di strategie per il recupero del patrimonio immobiliare esistente.

– per quanto riguarda la sanità pubblica si evidenzia l’osservazione di Potere al Popolo! Torino relativa al Parco della Salute, che indica le significative problematiche in ambito sanitario ed economico del progetto: con il ricorso al project financing il Comune di Torino rischia di indebitarsi ulteriormente, mentre i privati si arricchiscono, e a fronte di una netta perdita di posti letto. PaP Torino chiede invece una sanità territoriale, diffusa, in grado di assicurare a tutti e tutte servizi sanitari localizzati in base a criteri di accessibilità, e la conferma di destinazione d’uso di diversi ospedali, tra cui il Maria Adelaide;

– per quanto riguarda le osservazioni presentate dal Comitato No Tav Torino e
Cintura, si rileva che l’attuale Consiglio Comunale non ha espresso posizioni contrarie
all’O.d.G. n° 3401/2018 ed in particolare alla Mozione n. 5736/2016 (rif. Mozione n° 94/2016) approvata in data 5 dicembre 2016 con oggetto “Nuova linea ferroviaria Torino Lione: espressione della contrarietà della Città di Torino e atto di indirizzo dell’Amministrazione”. Al punto 6 la suddetta mozione IMPEGNA il Sindaco e la Giunta Comunale “a rifiutare il principio delle misure di accompagnamento e compensazione per la realizzazione di interventi comunque necessari a prescindere dalla realizzazione dell’opera”. Si chiede quindi che le risorse economiche per la realizzazione della nuova linea SFM5 del Servizio Ferroviario Metropolitano di Torino, la cui attivazione era prevista entro il 2026, che dovrà collegare Orbassano San Luigi a Torino Stura, con fermate intermedie a San Paolo e presso il centro commerciale Le Gru a Grugliasco, siano totalmente svincolate dalle compensazioni legate alla realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Torino Lione. Le scelte politiche e amministrative non possono essere discordanti dai precedenti impegni presi, per cui il trasporto
pubblico torinese ne risulta penalizzato;

– per quanto riguarda l’invarianza idraulica si evidenzia l’osservazione del Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua – Comitato Acqua Pubblica Piemonte relativa a principi e metodi di recupero e riutilizzo delle acque piovane e delle acque grigie ai fini di assicurare l’invarianza idraulica degli interventi di nuova costruzione o ristrutturazione urbanistica, con la quale si chiede che siano prescritti esplicitamente dalle NTA Vol. I, e dal Regolamento Edilizio della Città;

– le osservazioni di Italia Nostra Consiglio Regionale Piemonte – sezione di Torino,
riguardavano i seguenti aspetti. Democraticità del processo. Risanare gli squilibri territoriali, ripensare il modello di città, garantendo eguali diritti di accesso ai servizi. No alla densificazione ma cura della qualità. Garantire un aumento del capitale pubblico, no monetizzazione. Basilare il quadro conoscitivo, con ricognizione del realizzato, delle fragilità territoriali e sociali. Priorità alla tutela. Escludere edificazioni nei parchi pubblici e implementare il verde di vicinato. No alla flessibilità come offerta della città agli investitori. No alla rigenerazione urbana fuori standard, premiale con oneri ridotti, modifica di sagome, altezze e delocalizzazioni. Il Piano come  regolatore.

Chiediamo quindi che venga data risposta esplicita alle osservazioni presentate relativamente alla Proposta tecnica del progetto preliminare di revisione del Piano Regolatore approvata nel 2020 e utilizzata dall’Amministrazione comunale attuale come base per la approvazione del Progetto preliminare del nuovo Piano regolatore attualmente in preparazione.

Torino, 10 luglio 2025

Assemblea Un altro piano per Torino

(Ma quali) Voci di quartiere

Due dei partecipati raccontano l’incontro del ciclo “Voci di quartiere”  tenutosi il 21 maggio in via Cialdini 

Ci presentiamo alla sede del CAM (l’università missionaria dei salesiani) puntuali e dopo una breve sosta al desk accoglienza, in cui ci viene rilasciato un adesivo con scritto sopra il nostro nome di battesimo, accediamo alla sala definita magna e abbiamo la prima sorpresa: l’aula da circa 60 posti è già quasi completamente piena. E a ben pensarci non stupisce, visto che l’appuntamento è dedicato a ben 6 quartieri (Crocetta, Cit Turin, Campidoglio, San Donato, Cenisia e San Paolo) tutti  molto popolosi e diversi tra loro, che coprono un’area dal parco Ruffini fino al corso Regina Margherita. Osservando meglio chi è già presente riconosciamo vari volti di consigliere e consiglieri della circoscrizione 3: in fondo anche questo non stupisce perché organizzando gli incontri sulla base dei quartieri ovviamente non viene rispettata l’attuale suddivisione amministrativa cittadina e, a conti fatti, le circoscrizioni coinvolte sono ben 3 (la prima, la terza e la quarta). Insomma se tutti e 3 i consigli si fossero presentati al completo non sarebbero bastati i posti, ma per fortuna la cosiddetta “rappresentanza democratica istituzionale” in Italia non brilla per la partecipazione, così avanza almeno un po’ di spazio per la cittadinanza “semplice” a cui l’incontro in realtà sarebbe rivolto. 

Trovato un posto mentre si fiondano in aula anche i 3 presidenti delle circoscrizioni, prende la parola l’architetta Lucchini di Urban Lab per avviare l’incontro dato che l’assessore è in ritardo (vedi sopra). Non è la prima volta che ci capita di vedere ed ascoltare  Lucchini che, con un malcelato imbarazzo, si sostituisce all’assessore e oggi non fa differenza: sorridente ci spiega che l’incontro è interattivo per il pubblico e, dopo una breve presentazione, l’assessore si metterà in ascolto della cittadinanza con il supporto delle volontarie/i di Urban Lab. Fantastico! Iniziamo con un video che presenta dati riguardanti i quartieri oggetto dell’incontro: il risultato è spietato, ci si lamenta di tutto, dalle buche alla sporcizia dei parchi, dalle corse mancate della GTT fino alla latitanza dei servizi, eppure il grado di soddisfazione della vivibilità dei vari quartieri è sempre sopra la sufficienza… attaccamento alla città in stile sabaudo.

Intanto arriva trafelato l’assessore con un impermeabile stile Humphrey Bogart, in tempo per assistere al primo momento interattivo costituito dall’invio telematico, tramite cellulare personale, di commenti al video rispetto alla domanda “cosa manca o cosa vorresti per il tuo quartiere?”

Viene aperto anche il microfono e si susseguono interventi sulle visioni ideologiche della mobilità: pro e contro le piste ciclabili con i toni modulati dallo storico attaccamento agé torinese all’automobile.

Spicca un primo intervento critico rispetto all’area di piazza Risorgimento che cade nel silenzio perché prontamente disinnescato dal programma dell’evento. Nella seconda parte infatti l’assessore assicura che parlerà con tutte e tutti, però in separata sede in un banchetto stile “camera caritatis”.

Dopo il momento del microfono emozionale il programma prosegue entrando nel vivo: la presentazione dell’assessore Mazzoleni! Finalmente spiegherà qualcosa del fantasma che si aggira in città, parlerà della realizzazione del nuovo PRG?

Invece ci tocca sorbirci l’ennesimo intervento egocentrato del Mazzoleni-pensiero: il vero momento di partecipazione è il voto, qui siamo a fare solo public engagement, il Prg di Torino ha 30 anni e l’ho studiato all’università, le necessità della città sono cambiate, cerchiamo la flessibilità per cogliere le opportunità, abbiamo scoperto quanto la cittadinanza di Torino si sente legata al proprio quartiere (avrà quindi organizzato questo incontro con 6 quartieri insieme per farci litigare tra noi?), il centro della vita di quartiere sono le biblioteche (questo decisamente offensivo perché in Borgo San Paolo la biblioteca civica è stata chiusa nel 1996!), non dobbiamo più consumare suolo ma puntare sul verde e la biodiversità grande ricchezza della città (apoteosi visto che a 200 metri da dove siamo il colosso Esselunga cementificherà e azzererà il giardino Artiglieri da montagna per farci un ipermercato). Restiamo particolarmente colpiti quando si sofferma su una slide che ritirare le palazzine sgomberate dell’ex MOI: con lo sguardo sognante srotola discorsi sul valore immobiliare delle case a Torino e la diversificazione dell’offerta per adattarsi al mercato. Esseri umani invece non pervenuti, le domande di case popolari sono, come sempre, alieni inascoltati.

Terminato lo spippozzo, scatta il momento “creativo”, ma dopo le scempiaggini che abbiamo ascoltato sinceramente non c’è la sentiamo di seguire il personale (ovviamente volontario) di Urban Lab per fare dei disegnetti sulle mappe dei quartieri e optiamo per una passeggiata al parco, prima che venga distrutto.

Da oggi possiamo trarre solo una conclusione: l’assessore Mazzoleni è sicuramente l’unica persona a Torino che non ha proprio neanche una vaga idea di cosa servirà a questa città nel futuro, perché ha un solo interesse: fare di tutto per favorire l’atterraggio dei suoi amici sodali immobiliaristi anche qui dopo aver devastato la sua città d’origine (Milano)!

Andrea & Michele

26 febbraio, 17.30 – presidio alla Biblioteca Geisser: DIFENDERE IL PARCO È POSSIBILE!

Un Altro Piano per Torino aderisce al presidio organizzato dal comitato
Salviamo il Meisino in occasione dell’incontro di mercoledì 26 febbraio alla biblioteca Geisser, organizzato da Città di Torino e Urban Lab nell’ambito della “campagna di ascolto” sul prossimo piano regolatore  Voci dal quartiere 2025, 
già più volte da noi contestata.
INVITIAMO TUTT*  A PARTECIPARE

NO ALLA MERCIFICAZIONE DEL VERDE PUBBLICO: LA CITTÀ È DI CHI LA VIVE!PRESIDIO ALLA BIBLIOTECA GEISSER

📢 Domani, mercoledì 26 febbraio, presso la Biblioteca Geisser si terrà l’incontro organizzato dall’amministrazione sul nuovo piano regolatore. Sarà l’ennesima farsa di confronto con una cittadinanza che vorrebbero estromessa dai processi decisionali sui territoriche vive e che credono incapace di reagire alle loro imposizioni, che ricadono negativamente sulle nostre vite.

A propinarci la versione del Comune sarà l’assessore all’urbanistica Paolo Mazzoleni, plurindagato per abusi edilizi nella sua attività di progettista a Milano, a cui andremo a far sentire la voce di tutti noi che ci opponiamo ogni giorno all’assalto al verde pubblico!

🦔 Ci vediamo mercoledì 26 febbraio in Corso Casale 5 alle 17.30!

NON MANCATE🔥
DIFENDERE IL PARCO È POSSIBILE!

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Sindaco e Consiglio Comunale si esprimano: “Da Milano a Torino, l’urbanistica come speculazione?”

La gestione dell’urbanistica a Milano, finalizzata a favorire gli investimenti privati nell’edilizia semplificando oltre il consentito le procedure di autorizzazione, anche a discapito dei servizi pubblici e della vivibilità della città da parte delle fasce di cittadine e cittadini economicamente più deboli, ha trovato la sua massima espressione nella violazione sistematica delle regole edilizie da parte di imprenditori immobiliari e del Comune stesso, che è invece titolare del potere di sorveglianza e regolamentazione.

Il tentativo di rendere legge dello stato valida in tutta Italia questa violazione sistematica, produttrice di danni al territorio, alle casse comunali e alla cittadinanza, tramite il cosiddetto decreto “Salva Milano e Italia”, deve interessare quindi non solo chi abita a Milano: per questo riteniamo importante che anche a Torino se ne discuta e si prenda posizione.

Nella nostra città è in corso l’elaborazione del nuovo Piano regolatore senza che ci sia stata in Consiglio comunale una discussione sulle linee guida presentate dalla Giunta quasi due anni fa e senza che siano state comunicate indicazioni su che cosa l’amministrazione attuale intenderebbe fare delle porzioni di città ora abbandonate o su come ridisegnare la struttura cittadina per far fronte ai sempre maggiori problemi che deve affrontare quotidianamente chi la abita, anche tenendo conto della recente Legge europea di Ripristino della Natura .

Contestualmente viene però dichiarato dall’assessore all’urbanistica, coinvolto in tre inchieste giudiziarie sempre a Milano per alcuni degli abusi edilizi che si vorrebbero sanare con il decreto, che il nuovo Piano regolatore dovrà essere adeguato a “cogliere le opportunità”, cioè a facilitare gli investimenti, immobiliari e non, dei privati che la città dovrebbe attrarre per essere competitiva: il che comporterebbe ridurre al minimo vincoli, requisiti e oneri urbanistici, proprio come è successo finora a Milano fino ad arrivare agli eccessi sfociati negli abusi veri e propri.

E per anticipare questa deregolamentazione che in prospettiva il piano regolatore torinese potrebbe introdurre, approfittando di normative già esistenti l’assessore all’urbanistica e il Comune di Torino hanno già utilizzato più volte strumenti di deroga alle normative attuali sulla destinazione di uso degli edifici, quali gli usi temporanei e le deroghe per pubblica convenienza, in modo da poter approvare i progetti presentati da privati che non trovavano riscontro nelle previsioni del piano regolatore attuale.

A testimoniare quanto poco venga tenuto in considerazione quello che prevedono il Piano regolatore torinese medesimo e la normativa urbanistica in generale, il Comune di Torino ha recentemente attestato all’interno di suoi atti che per la realizzazione di uno studentato privato al posto dell’ex ospedale Maria Adelaide e per la costruzione dell’ospedale previsto alla Pellerina all’interno del parco omonimo, non sia neppure necessaria una modifica al piano regolatore vigente, che non li prevede.

A fronte di questa situazione di poco rispetto per l’uso regolamentato del territorio, sfociato addirittura al Meisino nella conversione di una riserva naturale protetta in un’area fitness a cielo aperto a scapito della biodiversità, oppure nella costruzione di un ospedale all’interno del parco della Pellerina, Assemblea Un altro piano per Torino e comitati, gruppi, associazioni che si battono per la salvaguardia del territorio e del verde in città hanno già a suo tempo chiesto al Sindaco Lo Russo di valutare se l’assessore all’urbanistica rappresentasse ancora pienamente la sua volontà nel gestire il territorio della città e il percorso per la scrittura del nuovo piano regolatore oppure se ritenesse invece che queste funzioni dovessero essere attribuite a un nuovo assessore.

Non essendo nel frattempo successo nulla e anzi essendosi aggravata la situazione sulla gestione dell’urbanistica milanese, di cui l’assessore all’urbanistica di Torino è espressione, ribadiamo nuovamente la richiesta al Sindaco esprimersi in proposito.

Ma chiediamo anche che il Sindaco stesso e il Consiglio di comunale di Torino si esprimano sul decreto “Salva Milano e Italia”, uscendo dal silenzio che fa ritenere esistere un loro complice assenso al progetto politico, già votato alla Camera da destra e centro-sinistra, di deregolamentare i permessi edilizi di costruzione, come prevede quel decreto, deregolamentazione che renderebbe inutili le previsioni dei piani regolatori, compreso quello prossimo torinese qualunque esso fosse.

Chiediamo quindi al Comune di Torino e ai suoi organi istituzionali di far sapere ai cittadini e alle cittadine quali sono le loro valutazioni sul futuro urbanistico della città, sull’assessore all’urbanistica delegato a gestirlo e sul decreto “Salva Milano e Italia”, già approvato sia dagli amministratori di Milano sia da parlamentari appartenenti allo stesso partito che governa il Comune di Torino medesimo.

Invitiamo chi abita la città a tenere alta l’attenzione su quanto accadrà relativamente al nuovo Piano regolatore in preparazione e sugli sviluppi dell’approvazione del decreto “Salva Milano e Italia”.

Assemblea Un altro piano per Torino
Acqua Pubblica Torino – Comitato provinciale
ATTAC Comitato di Torino
No TOdays nelle aree verdi
Salviamo gli Alberi di Corso Belgio
Salviamo il Meisino
Salviamo il Paesaggio Torino
Salviamo la Pellerina
Salviamo i Prati

“Da Milano a Torino, l’urbanistica come speculazione”: Sindaco e Consiglio Comunale si esprimano

Riportiamo qui sotto il documento conclusivo dell’incontro pubblico organizzato da Assemblea un altro piano per Torino giovedì 13 febbraio dal titolo “Da Milano a Torino, l’urbanistica come speculazione”

La gestione dell’urbanistica a Milano, finalizzata a favorire gli investimenti privati nell’edilizia semplificando oltre il consentito le procedure di autorizzazione, anche a discapito dei servizi pubblici e della vivibilità della città da parte delle fasce di cittadine e cittadini economicamente più deboli, ha trovato la sua massima espressione nella violazione sistematica delle regole edilizie da parte di imprenditori immobiliari e del Comune stesso, che è invece titolare del potere di sorveglianza e regolamentazione.

Il tentativo di rendere legge dello stato valida in tutta Italia questa violazione sistematica, produttrice di danni al territorio, alle casse comunali e alla cittadinanza, tramite il cosiddetto decreto “Salva Milano e Italia”, deve interessare quindi non solo chi abita a Milano: per questo riteniamo importante che anche a Torino se ne discuta e si prenda posizione.

Nella nostra città è in corso l’elaborazione del prossimo nuovo Piano regolatore senza che ci sia stata in Consiglio comunale una discussione sulle linee guida presentate dalla Giunta quasi tre anni fa e senza che siano state comunicate indicazioni su che cosa l’amministrazione attuale intenderebbe fare delle porzioni di città ora abbandonate o su come ridisegnare la struttura cittadina per far fronte ai sempre maggiori problemi che deve affrontare quotidianamente chi la abita.

Contestualmente viene però dichiarato dall’assessore all’urbanistica, coinvolto in tre inchieste giudiziarie sempre a Milano per alcuni degli abusi edilizi che si vorrebbero sanare con il decreto, che il nuovo Piano regolatore dovrà essere adeguato a “cogliere le opportunità”, cioè a facilitare gli investimenti, immobiliari e non, dei privati che la città dovrebbe attrarre per essere competitiva: il che comporterebbe ridurre al minimo vincoli, requisiti e oneri urbanistici, proprio come è successo a Milano fino ad arrivare agli eccessi sfociati in abusi veri e propri.

E per anticipare questa deregolamentazione che in prospettiva il piano regolatore torinese potrebbe introdurre, approfittando di normative già esistenti l’assessore all’urbanistica e il Comune di Torino hanno utilizzato più volte strumenti, quali gli usi temporanei e le deroghe per pubblica convenienza, di deroga alle regole attuali sulla destinazione di uso degli edifici,  in modo da poter approvare  progetti presentati da privati che non trovavano riscontro nelle previsioni del Piano regolatore attuale.

A testimoniare quanto poco venga tenuto in considerazione quello che prevedono il Piano regolatore torinese medesimo e la normativa urbanistica in generale, il Comune di Torino ha recentemente attestato all’interno di suoi atti che per la realizzazione di uno studentato privato al posto dell’ex ospedale Maria Adelaide e per la costruzione dell’ospedale previsto alla Pellerina all’interno del parco omonimo, non sia neppure necessaria una modifica al piano regolatore vigente, che non li prevede.

A fronte di questa situazione di poco rispetto per l’uso regolamentato del territorio, sfociato addirittura nei progetti di costruire un grande impianto sportivo all’interno di un parco naturale protetto come quello del Meisino oppure di un ospedale all’interno del parco della Pellerina, Assemblea Un altro piano per Torino e comitati, gruppi, associazioni che si battono per la salvaguardia del territorio e del verde in città hanno già a suo tempo chiesto al Sindaco Lo Russo di valutare se l’assessore all’urbanistica rappresentasse ancora pienamente la sua volontà nel gestire il territorio della città e il percorso per la scrittura del nuovo piano regolatore oppure se ritenesse invece che queste funzioni dovessero essere attribuite a un nuovo assessore.

Non essendo nel frattempo successo nulla e anzi essendosi aggravata la situazione sulla gestione dell’urbanistica milanese, di cui l’assessore all’urbanistica di Torino è espressione, ribadiamo nuovamente la richiesta al Sindaco esprimersi in proposito.

Ma chiediamo anche che il Sindaco stesso e il Consiglio di comunale di Torino si esprimano sul decreto “Salva Milano e Italia”, uscendo dal silenzio che fa ritenere esistere un loro complice assenso al progetto politico, già votato alla Camera da destra e centro-sinistra, di deregolamentare i permessi edilizi di costruzione, come prevede quel decreto, deregolamentazione che renderebbe inutili le previsioni dei piani regolatori, compreso quello prossimo torinese qualunque esso fosse.

Chiediamo quindi al Comune di Torino e ai suoi organi istituzionali di far sapere ai cittadini e alle cittadine quali sono le loro valutazioni sul futuro urbanistico della città, sull’assessore all’urbanistica delegato a gestirlo e sul decreto “Salva Milano e Italia”, già approvato sia dagli amministratori di Milano sia da parlamentari appartenenti allo stesso partito che governa il Comune di Torino medesimo.

Invitiamo chi abita la città a tenere alta l’attenzione su quanto accadrà relativamente al nuovo Piano regolatore in preparazione e sugli sviluppi dell’approvazione del decreto “Salva Milano e Italia”, come Assemblea Un altro piano per Torino continueremo a proporre iniziative utili a farlo.