26 febbraio, 17.30 – presidio alla Biblioteca Geisser: DIFENDERE IL PARCO È POSSIBILE!

Un Altro Piano per Torino aderisce al presidio organizzato dal comitato
Salviamo il Meisino in occasione dell’incontro di mercoledì 26 febbraio alla biblioteca Geisser, organizzato da Città di Torino e Urban Lab nell’ambito della “campagna di ascolto” sul prossimo piano regolatore  Voci dal quartiere 2025, 
già più volte da noi contestata.
INVITIAMO TUTT*  A PARTECIPARE

NO ALLA MERCIFICAZIONE DEL VERDE PUBBLICO: LA CITTÀ È DI CHI LA VIVE!PRESIDIO ALLA BIBLIOTECA GEISSER

📢 Domani, mercoledì 26 febbraio, presso la Biblioteca Geisser si terrà l’incontro organizzato dall’amministrazione sul nuovo piano regolatore. Sarà l’ennesima farsa di confronto con una cittadinanza che vorrebbero estromessa dai processi decisionali sui territoriche vive e che credono incapace di reagire alle loro imposizioni, che ricadono negativamente sulle nostre vite.

A propinarci la versione del Comune sarà l’assessore all’urbanistica Paolo Mazzoleni, plurindagato per abusi edilizi nella sua attività di progettista a Milano, a cui andremo a far sentire la voce di tutti noi che ci opponiamo ogni giorno all’assalto al verde pubblico!

🦔 Ci vediamo mercoledì 26 febbraio in Corso Casale 5 alle 17.30!

NON MANCATE🔥
DIFENDERE IL PARCO È POSSIBILE!

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Sindaco e Consiglio Comunale si esprimano: “Da Milano a Torino, l’urbanistica come speculazione?”

La gestione dell’urbanistica a Milano, finalizzata a favorire gli investimenti privati nell’edilizia semplificando oltre il consentito le procedure di autorizzazione, anche a discapito dei servizi pubblici e della vivibilità della città da parte delle fasce di cittadine e cittadini economicamente più deboli, ha trovato la sua massima espressione nella violazione sistematica delle regole edilizie da parte di imprenditori immobiliari e del Comune stesso, che è invece titolare del potere di sorveglianza e regolamentazione.

Il tentativo di rendere legge dello stato valida in tutta Italia questa violazione sistematica, produttrice di danni al territorio, alle casse comunali e alla cittadinanza, tramite il cosiddetto decreto “Salva Milano e Italia”, deve interessare quindi non solo chi abita a Milano: per questo riteniamo importante che anche a Torino se ne discuta e si prenda posizione.

Nella nostra città è in corso l’elaborazione del nuovo Piano regolatore senza che ci sia stata in Consiglio comunale una discussione sulle linee guida presentate dalla Giunta quasi due anni fa e senza che siano state comunicate indicazioni su che cosa l’amministrazione attuale intenderebbe fare delle porzioni di città ora abbandonate o su come ridisegnare la struttura cittadina per far fronte ai sempre maggiori problemi che deve affrontare quotidianamente chi la abita, anche tenendo conto della recente Legge europea di Ripristino della Natura .

Contestualmente viene però dichiarato dall’assessore all’urbanistica, coinvolto in tre inchieste giudiziarie sempre a Milano per alcuni degli abusi edilizi che si vorrebbero sanare con il decreto, che il nuovo Piano regolatore dovrà essere adeguato a “cogliere le opportunità”, cioè a facilitare gli investimenti, immobiliari e non, dei privati che la città dovrebbe attrarre per essere competitiva: il che comporterebbe ridurre al minimo vincoli, requisiti e oneri urbanistici, proprio come è successo finora a Milano fino ad arrivare agli eccessi sfociati negli abusi veri e propri.

E per anticipare questa deregolamentazione che in prospettiva il piano regolatore torinese potrebbe introdurre, approfittando di normative già esistenti l’assessore all’urbanistica e il Comune di Torino hanno già utilizzato più volte strumenti di deroga alle normative attuali sulla destinazione di uso degli edifici, quali gli usi temporanei e le deroghe per pubblica convenienza, in modo da poter approvare i progetti presentati da privati che non trovavano riscontro nelle previsioni del piano regolatore attuale.

A testimoniare quanto poco venga tenuto in considerazione quello che prevedono il Piano regolatore torinese medesimo e la normativa urbanistica in generale, il Comune di Torino ha recentemente attestato all’interno di suoi atti che per la realizzazione di uno studentato privato al posto dell’ex ospedale Maria Adelaide e per la costruzione dell’ospedale previsto alla Pellerina all’interno del parco omonimo, non sia neppure necessaria una modifica al piano regolatore vigente, che non li prevede.

A fronte di questa situazione di poco rispetto per l’uso regolamentato del territorio, sfociato addirittura al Meisino nella conversione di una riserva naturale protetta in un’area fitness a cielo aperto a scapito della biodiversità, oppure nella costruzione di un ospedale all’interno del parco della Pellerina, Assemblea Un altro piano per Torino e comitati, gruppi, associazioni che si battono per la salvaguardia del territorio e del verde in città hanno già a suo tempo chiesto al Sindaco Lo Russo di valutare se l’assessore all’urbanistica rappresentasse ancora pienamente la sua volontà nel gestire il territorio della città e il percorso per la scrittura del nuovo piano regolatore oppure se ritenesse invece che queste funzioni dovessero essere attribuite a un nuovo assessore.

Non essendo nel frattempo successo nulla e anzi essendosi aggravata la situazione sulla gestione dell’urbanistica milanese, di cui l’assessore all’urbanistica di Torino è espressione, ribadiamo nuovamente la richiesta al Sindaco esprimersi in proposito.

Ma chiediamo anche che il Sindaco stesso e il Consiglio di comunale di Torino si esprimano sul decreto “Salva Milano e Italia”, uscendo dal silenzio che fa ritenere esistere un loro complice assenso al progetto politico, già votato alla Camera da destra e centro-sinistra, di deregolamentare i permessi edilizi di costruzione, come prevede quel decreto, deregolamentazione che renderebbe inutili le previsioni dei piani regolatori, compreso quello prossimo torinese qualunque esso fosse.

Chiediamo quindi al Comune di Torino e ai suoi organi istituzionali di far sapere ai cittadini e alle cittadine quali sono le loro valutazioni sul futuro urbanistico della città, sull’assessore all’urbanistica delegato a gestirlo e sul decreto “Salva Milano e Italia”, già approvato sia dagli amministratori di Milano sia da parlamentari appartenenti allo stesso partito che governa il Comune di Torino medesimo.

Invitiamo chi abita la città a tenere alta l’attenzione su quanto accadrà relativamente al nuovo Piano regolatore in preparazione e sugli sviluppi dell’approvazione del decreto “Salva Milano e Italia”.

Assemblea Un altro piano per Torino
Acqua Pubblica Torino – Comitato provinciale
ATTAC Comitato di Torino
No TOdays nelle aree verdi
Salviamo gli Alberi di Corso Belgio
Salviamo il Meisino
Salviamo il Paesaggio Torino
Salviamo la Pellerina
Salviamo i Prati

“Da Milano a Torino, l’urbanistica come speculazione”: Sindaco e Consiglio Comunale si esprimano

Riportiamo qui sotto il documento conclusivo dell’incontro pubblico organizzato da Assemblea un altro piano per Torino giovedì 13 febbraio dal titolo “Da Milano a Torino, l’urbanistica come speculazione”

La gestione dell’urbanistica a Milano, finalizzata a favorire gli investimenti privati nell’edilizia semplificando oltre il consentito le procedure di autorizzazione, anche a discapito dei servizi pubblici e della vivibilità della città da parte delle fasce di cittadine e cittadini economicamente più deboli, ha trovato la sua massima espressione nella violazione sistematica delle regole edilizie da parte di imprenditori immobiliari e del Comune stesso, che è invece titolare del potere di sorveglianza e regolamentazione.

Il tentativo di rendere legge dello stato valida in tutta Italia questa violazione sistematica, produttrice di danni al territorio, alle casse comunali e alla cittadinanza, tramite il cosiddetto decreto “Salva Milano e Italia”, deve interessare quindi non solo chi abita a Milano: per questo riteniamo importante che anche a Torino se ne discuta e si prenda posizione.

Nella nostra città è in corso l’elaborazione del prossimo nuovo Piano regolatore senza che ci sia stata in Consiglio comunale una discussione sulle linee guida presentate dalla Giunta quasi tre anni fa e senza che siano state comunicate indicazioni su che cosa l’amministrazione attuale intenderebbe fare delle porzioni di città ora abbandonate o su come ridisegnare la struttura cittadina per far fronte ai sempre maggiori problemi che deve affrontare quotidianamente chi la abita.

Contestualmente viene però dichiarato dall’assessore all’urbanistica, coinvolto in tre inchieste giudiziarie sempre a Milano per alcuni degli abusi edilizi che si vorrebbero sanare con il decreto, che il nuovo Piano regolatore dovrà essere adeguato a “cogliere le opportunità”, cioè a facilitare gli investimenti, immobiliari e non, dei privati che la città dovrebbe attrarre per essere competitiva: il che comporterebbe ridurre al minimo vincoli, requisiti e oneri urbanistici, proprio come è successo a Milano fino ad arrivare agli eccessi sfociati in abusi veri e propri.

E per anticipare questa deregolamentazione che in prospettiva il piano regolatore torinese potrebbe introdurre, approfittando di normative già esistenti l’assessore all’urbanistica e il Comune di Torino hanno utilizzato più volte strumenti, quali gli usi temporanei e le deroghe per pubblica convenienza, di deroga alle regole attuali sulla destinazione di uso degli edifici,  in modo da poter approvare  progetti presentati da privati che non trovavano riscontro nelle previsioni del Piano regolatore attuale.

A testimoniare quanto poco venga tenuto in considerazione quello che prevedono il Piano regolatore torinese medesimo e la normativa urbanistica in generale, il Comune di Torino ha recentemente attestato all’interno di suoi atti che per la realizzazione di uno studentato privato al posto dell’ex ospedale Maria Adelaide e per la costruzione dell’ospedale previsto alla Pellerina all’interno del parco omonimo, non sia neppure necessaria una modifica al piano regolatore vigente, che non li prevede.

A fronte di questa situazione di poco rispetto per l’uso regolamentato del territorio, sfociato addirittura nei progetti di costruire un grande impianto sportivo all’interno di un parco naturale protetto come quello del Meisino oppure di un ospedale all’interno del parco della Pellerina, Assemblea Un altro piano per Torino e comitati, gruppi, associazioni che si battono per la salvaguardia del territorio e del verde in città hanno già a suo tempo chiesto al Sindaco Lo Russo di valutare se l’assessore all’urbanistica rappresentasse ancora pienamente la sua volontà nel gestire il territorio della città e il percorso per la scrittura del nuovo piano regolatore oppure se ritenesse invece che queste funzioni dovessero essere attribuite a un nuovo assessore.

Non essendo nel frattempo successo nulla e anzi essendosi aggravata la situazione sulla gestione dell’urbanistica milanese, di cui l’assessore all’urbanistica di Torino è espressione, ribadiamo nuovamente la richiesta al Sindaco esprimersi in proposito.

Ma chiediamo anche che il Sindaco stesso e il Consiglio di comunale di Torino si esprimano sul decreto “Salva Milano e Italia”, uscendo dal silenzio che fa ritenere esistere un loro complice assenso al progetto politico, già votato alla Camera da destra e centro-sinistra, di deregolamentare i permessi edilizi di costruzione, come prevede quel decreto, deregolamentazione che renderebbe inutili le previsioni dei piani regolatori, compreso quello prossimo torinese qualunque esso fosse.

Chiediamo quindi al Comune di Torino e ai suoi organi istituzionali di far sapere ai cittadini e alle cittadine quali sono le loro valutazioni sul futuro urbanistico della città, sull’assessore all’urbanistica delegato a gestirlo e sul decreto “Salva Milano e Italia”, già approvato sia dagli amministratori di Milano sia da parlamentari appartenenti allo stesso partito che governa il Comune di Torino medesimo.

Invitiamo chi abita la città a tenere alta l’attenzione su quanto accadrà relativamente al nuovo Piano regolatore in preparazione e sugli sviluppi dell’approvazione del decreto “Salva Milano e Italia”, come Assemblea Un altro piano per Torino continueremo a proporre iniziative utili a farlo.

Lettera aperta al Sindaco: “L’urbanistica del sistema Milano resti fuori da Torino”

L’urbanistica del sistema Milano resti fuori da Torino

lettera aperta al Sindaco di Torino

e per conoscenza 
alle cittadine e ai cittadini,
ai mezzi di informazione

 

Nel giugno 2023 la Giunta Comunale ha approvato, con la delibera n. 321/2023, le linee guida per la stesura del nuovo Piano Regolatore Generale presentate dall’Assessore Mazzoleni, il quale, però, da allora non le ha ancora portate alla discussione e approvazione del Consiglio Comunale.

Ne ha però da subito discusso con costruttori, architetti e altre categorie professionali portatrici di interessi economici e poi, nell’autunno, ha avviato una consultazione con circoscrizioni, associazioni e cittadinanza priva di contenuti sui quali sviluppare il confronto. Il tutto avvalendosi della collaborazione di un organismo non istituzionale quale Urban Lab e della consulenza non meglio specificata di un soggetto facente parte di un potente gruppo economico statunitense, quale è la Fondazione Bloomberg.

In tutto questo tempo, le generiche affermazioni contenute nel documento approvato in Giunta hanno solo lasciato intendere che il prossimo piano regolatore non dovrà contenere vincoli urbanistici che possano impedire ai privati di “cogliere le opportunità” che si presenteranno loro in città. Ma nessuna indicazione è stata data dall’assessore, invece, di quale dovrebbe essere  il governo del territorio cittadino nei prossimi anni, di cosa si prevede per le aree abbandonate da trasformare, per quelle verdi o da destinare ai servizi alle persone, all’edilizia popolare,  per la viabilità o le attività produttive.  Mentre però dall’assessore medesimo sono state proposte e poi approvate dal Consiglio, a titolo di anticipazioni del piano regolatore futuro, regolamentazioni che vanno nella direzione di liberalizzare le trasformazioni urbanistiche, quali il permesso di costruzione in deroga al Piano regolatore  e l’uso temporaneo di immobili per fini diversi da quelli previsti dai piani urbanistici esistenti, già applicate con le deliberazioni n. 444/2022, n. 86/2024 e in  numerosi altri casi.

Tutto questo agire da parte dell’assessore per la liberalizzazione delle regole urbanistiche senza entrare nel merito delle trasformazioni previste per la città, è stato a più riprese accompagnato dalle notizie tramite stampa del suo coinvolgimento, come libero professionista, nelle indagini in corso a Milano per presunti reati edilizi, l’ultima delle quali,  la terza in due anni, proprio pochi giorni fa e relativamente ad abusi per la costruzione di alloggi, anche di lusso e studentati.

Colpiscono, a tale proposito, le analogie con scelte che vengono  accennate come prospettive anche per la nostra città, dove  il percorso che determinerà il futuro piano regolatore, per la cui gestione l’assessore medesimo è oltretutto l’unico interlocutore istituzionale nei confronti della cittadinanza e degli altri soggetti coinvolti, si sta svolgendo in modalità non trasparenti.

L’accertamento dei fatti giudiziari avverrà secondo le procedure di legge ma nel frattempo è ovvio il venire meno, comunque, della credibilità politica e istituzionale dell’assessore all’urbanistica nei confronti delle cittadine e dei cittadini che si impegnano attivamente, anche in modo organizzato, nella salvaguardia e nella tutela di quanto è bene comune, compreso il territorio, dallo sfruttamento per lucro e per fini privatistici, animando una reale partecipazione dal basso  alla vita democratica.

Per questo chiediamo al Sindaco di Torino di prendere posizione sulla situazione venutasi a creare, che mette in discussione il trasparente svolgimento della vita politica e amministrativa all’interno del Comune e il rapporto tra questo e la cittadinanza, già inficiato da numerose proteste sulle sue scelte.

Il Sindaco chiarisca se l’assessore Mazzoleni rappresenta ancora pienamente la sua volontà nel gestire il territorio della città e il percorso per la scrittura del nuovo piano regolatore oppure se ritiene che queste funzioni debbano invece essere attribuite a un nuovo assessore all’urbanistica, il quale, per le cittadine e i cittadini verso cui sia quest’ultimo che il Sindaco medesimo hanno responsabilità, possa avere la necessaria credibilità  istituzionale.

Assemblea “Un Altro Piano per Torino”

sottoscrivono per adesione:
Assemblea Pellerina
ATTAC Comitato di Torino
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
EsseNon
Greenpeace Gruppo Locale di Torino
No TOdays al Parco della Confluenza
Salviamo gli Alberi di Corso Belgio
Salviamo il Meisino
Salviamo il Paesaggio Torino
Salviamo la Pellerina
Salviamo i Prati

Appunti sparsi da Scenario Torino: l’assessore parla ad Architettura

Pubblichiamo qui di seguito appunti sparsi presi il 16 ottobre scorso, quando l’assessore all’urbanistica Mazzoleni ha incontrato  studentesse e studenti  della Facoltà di Architettura per presentare il nuovo Piano Regolatore Generale  di Torino.

L’incontro, dal titolo “Trasformazioni e politiche per la Torino del futuro”, rientrava nel programma di Scenario Torino, una collaborazione tra l’Assessorato all’Urbanistica comunale e i dipartimenti DAD (Architettura e Design) e DIST (Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio) del Politecnico di Torino.

Il progetto, iniziato l’anno passato, è nato per favorire lo scambio di idee e interessi tra il Comune di Torino e il corpo studentesco del Politecnico. Il Comune, individuate delle aree specifiche, propone a chi studia di riprogettarle: l’assessore infatti a inizio incontro specifica a chi ascolta che è venuto perché dai progetti vorrebbe ottenere dell’IMMAGINARIO. Non sono previsti però neanche dei crediti formativi in cambio del lavoro gratuito di studenti e studentesse.

Mazzoleni descrive Torino come una città “paradossale”, ricca di storia, di produttività e di attività, ma in crisi costante dal 2008 con perdita di popolazione e stagnazione economica. In questo quadro però si innestano gli investimenti post covid (misurati in 3,5 miliardi di euro), che precedono (e sono arrivati in realtà senza, o meglio prima di) una progettazione specifica. Tra questi l’assessore ritiene che il principale sia la nuova linea metro 2 (per circa 1 miliardo), benché gli importi inziali siano stati poi ridotti dal governo attuale: la fase di progettazione è in partenza dato che la gara per l’assegnazione del progetto si è da poco conclusa. Invece la riqualificazione del Parco del Valentino (quantificata in circa 400 milioni di euro) viene presentata come il progetto bandiera della città, di cui lo stesso assessore si ritiene molto soddisfatto: sono ben 12 i cantieri già avviati o da avviare nell’area.

Altri progetti presentati, più in breve, sono stati:

  • Manifattura Tabacchi: dopo essere rimasta invenduta, l’assessore afferma che se il privato non è interessato tocca al pubblico intervenire per riqualificare l’area. Il progetto viene presentato come “interessante” perché coinvolge diversi attori pubblici (Comune, Demanio, CDP etc.)
  • Laghetti di Falchera: importante perché è un investimento in estrema periferia, anche se l’assessore ammette che forse non se ne farà nulla per l’aumento dei costi
  • Scalo Vallino: anche qui l’investimento più importante sarà la creazione di un nuovo (ed ennesimo) studentato privato

L’assessore passa poi a parlare degli “strumenti” pre-piano di cui si è dotato il Comune con due apposite delibere per venire incontro tempestivamente a quelle che definisce “urgenti necessità” della città, citando quindi:

  1. la delibera sugli “USI TEMPORANEI” per realizzare esperimenti al di fuori della pianificazione (esemplificativo il caso dello spazio “Flashback”, https://www.flashback.to.it/);
  2. la delibera quadro sulle operazioni urbanistiche in deroga (per esempio i  cambi di destinazione d’uso), per snellire le procedure prima svolte con singole deroghe;

Per quanto riguarda l’azione di coinvolgimento della città sul piano regolatore, l’assessore la definisce “ascolto” ed elogia stucchevolmente il lavoro svolto dall’associazione privata Urban Lab, definito “egregio” e il suo progetto “Voci di Quartiere” come applicazione diretta delle politiche comunali: ribadendo però che la partecipazione reale e democratica è nell’espressione di voto dei cittadini, i quali hanno dato il mandato ad agire votando il programma elettorale del sindaco Lo Russo. Quindi  ha nuovamente sostenuto che la cittadinanza va informata (di fatto a posteriori), ma non ci deve essere una sua ingerenza direetta nelle scelte che l’amministrazione comunale intende e intenderà compiere.

Scendendo più nello specifico del processo amministrativo fin qui svolto relativamente alla procedura di riscrittura del PRG, l’assessore ammette il ritardo, ma ribadisce che partendo dal lavoro già portato a compimento dalla precedente amministrazione Appendino si può procedere direttamente con una delibera.  Come previsto  dalla delibera  del programma di mandato approvata quando la giunta Lo Russo entrò in carica,  il nuovo PRG poggerà su idee programmatiche che l’assessore ha condensato in:

  • innovazione: Torino è ancora una città industriale, bisogna innovare per continuare a essere un polo capace di dare continuità alla manifattura;
  • ecosistema: la città va riprogettata perché secondo gli standard attuali non può essere più sostenibile di così;
  • welfare: l’obiettivo è “usare” la città per rispondere ai suoi bisogni.

L’assessore si concentra poi proprio sul welfare parlando della casa: afferma che in città ci sono più di 50.000 alloggi sfitti, secondo la sua opinione perché collocati in aree della città “non attrattive”: Il PRG quindi dovrà essere utilizzato per intervenire e modificare questa “percezione” di non attrattività. Così anche la possibilità di trasformazione dei locali commerciali in case viene da lui  presentata come una soluzione al bisogno, a patto di non degenerare come successo a Milano. Sulla manifattura invece afferma, come esempio, che Torino ha un regolamento molto rigido, definito “esagerato”, sull’inquinamento sonoro: propone quindi di rivederlo per venire incontro alle esigenze delle manifatture! L’assessore accenna poi, a spot, ad alcune questioni, definite “importanti”, che andranno risolte nel prossimo piano regolatore:

– perequazioni: le compensazioni posso essere anche spostate in altri parti della città e svincolate dalle aree edificate;
– sostenibilità: non fermarsi alla valutazione dell’aspetto ecologico, ma estenderla all’impatto sociale, che va reso però in qualche modo “oggettivabile”;
– flessibilità regolata: in zone d’interesse per gli investimenti la flessibilità può essere maggiore, in altre parti della città invece può esserci  più rigidità;
– aree di trasformazione: lo strumento della ZUT (Zona Unitaria di Trasformazione) è definito farraginoso, motivo per cui sarebbe necessaria una normativa più “porosa”
– indicazioni sistemiche: va introdotta nel PRG la definizione di “terreni agricoli”

L’assessore risponde all’interrogazione ma, come al solito, non dice niente

Nel Consiglio Comunale del 14 ottobre l’assessore all’Urbanistica Mazzoleni, rispondendo a una interrogazione su che fine avesse fatto il nuovo piano regolatore di Torino, ha dovuto ammettere un ritardo non da poco delle varie fasi previste dalla legge regionale: gli indirizzi generali erano stati deliberati dalla Giunta comunale nel giugno 2023 e avrebbero dovuto essere approvati dal Consiglio nel 2024 per giungere al Piano definitivo entro ottobre  2026 alla scadenza del mandato. Ora invece si scopre che il preliminare verrebbe portato in discussione al Consiglio nel 2025 e però resterebbe confermata l’approvazione definitiva prima del ritorno alle urne.

Il ritardo sarebbe imputabile ad approfondimenti tecnici e soprattutto – dichiara l’assessore –   al lavoro di ascolto del territorio, passato dall’incontro con i grossi portatori di interessi (costruttori, architetti, mondo economico) a quello con le circoscrizioni (molto rapido e sommario) e infine con chi abita la città, attraverso una serie di iniziative che vanno dai questionari alle passeggiate, agli spettacoli. Lavoro di ascolto sul quale siamo stati piu’ volte critici, non svolto dal Comune ma affidato all’associazione Urban Lab (creata assieme a Compagnia di San Paolo): lavoro tanto impegnativo da far addirittura slittare le tempistiche di progettazione e scrittura del progetto preliminare, mentre invece avrebbero rispettato i tempi gli altri soggetti coinvolti nella stesura del piano, quali Città Metropolitana, Politecnico e Fondazione Bloomberg.

Non è ancora dato sapere quali compiti siano invece affidati ai competenti uffici del Comune, che del Piano Regolatore è pur sempre il titolare. L’assessore non l’ha detto e non ha nemmeno spiegato però quale ruolo concreto hanno il Politecnico e, soprattutto, la Fondazione Bloomberg, un soggetto privato statunitense che sta avendo accesso ai dati e alle procedure dell’Amministrazione comunale e che sta anche fornendo formazione, gratuitamente, sulle politiche del ‘fare la città’ persino al sindaco di Torino, ospite appena pochi giorni fa, assieme ad altri 500 primi cittadini, dell’annuale Bloomberg CityLab a Città del Messico.

Ma peggio ancora: l’assessore Mazzoleni  continua a non dire che cosa vogliono fare di Torino lui e la Giunta comunale, che progetti hanno per la vita e i bisogni delle persone, da realizzare con il  prossimo piano regolatore, che non siano solamente il continuamente ripetuto ‘cogliere le opportunità’ che possono arrivare in città. Il Consiglio comunale aspetta di discuterne dal giugno 2023 e così  la città intera è privata di una discussione e di un confronto confronto pubblici: a cui  singoli assessori e  sindaco preferiscono esternazioni parziali, in occasioni specifiche e di fronte a pubblici selezionati.

Il consigliere presentatore dell’Interpellanza si è dichiarato insoddisfatto per il rischio che il Piano non venga approvato entro il 2026 come previsto: noi siamo invece preoccupati che venga approvato, anche se nei tempi previsti, un piano regolatore costruito di nascosto che non pensa ai bisogni di tutte le persone ma ai guadagni di alcuni.

L’Assessore Mazzoleni conferma: il piano va veloce (ma dove non si capisce)

L’incontro di lunedì 13 maggio presso la sede della Circoscrizione 3 di corso Peschiera, organizzato da Urban Lab Torino come restituzione dei questionari proposti nell’ottobre 2023 nell’ambito della campagna di partecipazione in vista della riscrittura del PRG, era rivolto a ben tre circoscrizioni (oltre a quell* della 3, erano anche presenti consiglier* della 2 e della 4).

Posto a priori il dubbio su come si possa parlare di partecipazione organizzando un incontro che coinvolge in contemporanea ben 3 circoscrizioni della città, con evidenti limiti di tempo per occuparsi di ognuna e fornire sufficiente spazio per il confronto (cosa lamentata anche da vari de* consiglier* present*), l’assessore e l’architetta di Urban Lab hanno fornito un collage di bisogni, opinioni, richieste etc. emersi dai questionari e dalle proposte raccolte tramite schede consegnate da cittadin* suddivisi per circoscrizione, da cui abbiamo tratto informazioni non del tutto note, soprattutto rispetto alla mobilità pubblica (uno dei bisogni emersi). L’assessore ha infatti informato che la già progettata linea 2 della metropolitana per ora ha copertura finanziaria solo per il tratto tra la Circoscrizione 6 e il Politecnico e perciò non raggiungerà ancora la Circoscrizione 2 come previsto invece dal progetto. Una nuova linea di metro resta un sogno nel cassetto anche per la Circoscrizione 3, della quale l’assessore vorrebbe prevedere una “crescita” in funzione di una sua futura realizzazione.

Il dibattito seguito è stato decisamente più stimolante e, seppur sempre molto “abbottonato”, l’assessore qualche informazione ha dovuto concederla, pressato da ripetute domande fin quasi alle 9 di sera. Già in passato Mazzoleni si era lamentato di una legislazione regionale in materia urbanistica, a suo dire, oramai sorpassata dagli anni. Lunedì è sceso più nei particolari, attaccando la parte che riguarda il commercio: la legge regionale infatti prevede il vincolo delle aree commerciali nel piano regolatore, mentre la normativa europea invece no al fine di favorire la crescita del commercio di prossimità a discapito della grande distribuzione. In più, si è difeso l’assessore, tirato in ballo più volte sulle numerose concessioni commerciali fatte ancora alla grande distribuzione a Torino, l’argomento è di competenza della regione e non comunale.

L’assessore ha inoltre di nuovo pubblicizzato la sua idea di un PRG flessibile, che sappia adattarsi a normative, definite strumenti di piano, le quali vengono anticipate dal Comune già oggi: tra questi strumenti, ha insistito in particolare sulla recente delibera del Consiglio comunale relativa ai permessi di costruzione in deroga, giudicati molto funzionali. Incalzato in proposito, Mazzoleni ha poi dovuto ammettere che attualmente in organico il Comune non ha un dirigente delegato a coordinare il lavoro sul nuovo piano regolatore, che quindi per ora è sotto il controllo della direttrice della Divisione Urbanistica, la quale ha a disposizione 5 tecnici che stanno svolgendo una lavoro di ricognizione sui dati e sulla situazione urbanistica attuali, preliminare alla stesura del PRG vero e proprio. Quindi l’assessore ha ribadito più volte che non c’è nessun piano regolatore nel cassetto già pronto e che quella attuale è una fase istruttoria, sia nei confronti della cittadinanza, per comprenderne desiderata, bisogni e problemi, sia per la raccolta dei dati amministrativi. Ma allora, questo piano va veloce grazie solo al lavoro dei privati?

Incalzato sul ruolo di Urban Lab e della Bloomberg Foundation l’assessore con grande imbarazzo ha ribadito che questi soggetti non hanno alcun ruolo attivo nella stesura del nuovo piano, ma forniscono solo consulenze: Urban Lab si occupa di organizzare la partecipazione, anche con l’iniziativa appena lanciata di Voci di quartiere, mentre Bloomberg fornisce le competenze utili a supportare Urban Lab in questo lavoro. Il risultato per ora però è del tutto deludente, a partire dalla scelta dello slogan che accompagna le attività collegate al nuovo piano, “Torino cambia. Il piano va veloce”; ci permettiamo di far notare come la velocità non abbia alcuna attinenza con il concetto di partecipazione, processo che richiede tempo e pazienza, non certamente rapidità e che fino ad ora è stato decisamente fallimentare per come è stato applicato a proposito del nuovo PRG.

Ma a che punto è l’iter amministrativo del nuovo piano? L’assessore ha ribadito la volontà di riprendere il lavoro svolto dalla precedente amministrazione con la proposta di revisione del piano regolatore attuale, avviata nel 2019 e mai conclusa, ridefinendo però il processo e passando quindi da una sua revisione a una nuova scrittura: gli uffici comunali stanno pertanto lavorando per integrare i documenti lasciati dalla vecchia amministrazione con quelli necessari alla riscrittura del piano. Il necessario passaggio della risposta alle osservazioni presentate da cittadin* e comitati alla precedente amministrazione sulla proposta di revisione sarà svolto entro breve: l’assessore ha promesso anche che entro novembre prossimo questo lavoro di ricognizione e analisi sarà terminato e si passerà quindi alla discussione in Consiglio Comunale, perché,  ha ribadito, è quello il luogo democratico dove prendere le decisioni. In conclusione, la tanto millantata partecipazione si ridurrà quindi esclusivamente a un voto in Consiglio Comunale?

Lunedì 13 maggio, incontro sul nuovo Piano Regolatore alla Circoscrizione 3

Lunedì 13 maggio 2024 alle 18 si svolgerà l’ultimo degli incontri di presentazione nelle circoscrizioni degli esiti della consultazione sul nuovo Piano Regolatore svoltasi in un fine settimana dell’ottobre scorso. L’incontro, organizzato da Urban Lab e Comune di Torino, questa volta si terrà nella sede della Circoscrizione 3 (corso Peschiera 193), sotto forma di convocazione della sua commissione consiliare competente congiuntamente con quelle analoghe delle circoscrizioni 2 e 4, alla presenza come già le volte precedenti dell’assessore all’urbanistica Mazzoleni e di Urban Lab, il soggetto privato, fondato da Città di Torino e Compagnia di San Paolo, gestore e organizzatore di tutta la campagna “di ascolto” sul prossimo PRG, alla quale continuano a essere estranei invece gli uffici comunali competenti.

L’incontro arriva dopo una serie di annullamenti (o semplici sparizioni delle convocazioni) dei precedenti e riguarda ben tre circoscrizioni, quindi con meno tempo a disposizione da dedicare alle questioni specifiche di ognuna. E si tratta oltretutto di circoscrizioni con problematiche di tipo urbanistico particolarmente rilevanti, come il nuovo ospedale nel parco della Pellerina, le aree ex ThyssenKrupp, Bonafous, Esselunga ed ex FIAT, tra le altre, sulle quali sono state aperte da tempo vertenze da parte di comitati e gruppi di cittadin* che contestano le destinazioni finora prospettate per le aree medesime o la mancanza di decisioni e iniziative da parte del Comune.

Ci auguriamo che il 13 aprile venga data la possibilità di intervenire a chi vuole sottoporre all’assessore all’urbanistica domande o considerazioni sul  nuovo piano regolatore della città. Noi come assemblea Un Altro Piano per Torino alcune domande le abbiamo già rivolte la scorsa occasione: e intendiamo approfittare anche di questa per chiedere a lui quello che non é possibile sapere in altro modo, non essendoci altri passaggi istituzionali, circa l’iter politico-amministrativo, i contenuti e gli autori materiali del nuovo piano regolatore cittadino.
Saremo quindi presenti per ascoltare e porre domande e invitiamo a fare altrettanto cittadin* e abitanti che vivono o lavorano in questi territori circoscrizionali e tutt* coloro interessat* al presente e al futuro della città e di chi la abita.