Cittadin* in Commissione urbanistica per chiedere risposte sul nuovo Piano regolatore

Giovedì 10 luglio a Palazzo Civico si sono accesi i riflettori sul nuovo Piano regolatore di Torino. All’appuntamento delle ore 14:30 in Commissione urbanistica ci presentiamo in tante e tanti, singol* cittadin*, comitati, movimenti e associazioni: per vedere dal vivo se il chiacchierato assessore Mazzoleni scoprirà almeno in parte le carte, dato che negli incontri pubblici dedicati alla partecipazione cittadina (Voci di quartiere) è sempre stato abbottonato e, a parte qualche slogan, non è mai sceso nei particolari delle sue idee su come sarà concepito il nuovo piano regolatore della città. Ma siamo lì anche per chiedere che venga data risposta alle osservazioni di cittadin* e soggetti collettivi presentate nel 2020 sulla proposta di revisione del piano regolatore attuale, che l’amministrazione Lo Russo ha poi usato come base per iniziare l’iter di approvazione del nuovo piano.

In attesa dell’inizio intercettiamo il presidente della commissione e otteniamo di poter intervenire a questo proposito con la lettura del documento a nome dell’assemblea Un altro piano per Torino a cui hanno aderito Comitato Acqua Pubblica Torino, Salviamo il Paesaggio Torino, Potere al Popolo! Torino, No Tav Torino e cintura, ATTAC Torino e Italia Nostra Torino, documento che nel frattempo distribuiamo anche a consigliere e consiglieri comunali che arrivano alla spicciolata.

Con quel documento siamo infatti venuti a richiedere una risposta alle osservazioni che erano state presentate 5 anni fa in occasione della procedura di revisione del piano attuale avviata dall’amministrazione Appendino. Siccome per abbreviare i tempi dei lavori l’attuale Giunta ha voluto riprendere quanto già approvato nel precedente Consiglio comunale, impostandolo come procedura di approvazione di un nuovo PRG e non solo più di revisione di quello attuale, riteniamo molto grave che il Comune di Torino non abbia mai risposto ad associazioni, comitati e movimenti o singol* cittadine/i che all’epoca presentarono delle osservazioni in forma scritta, secondo quanto previsto dalle leggi urbanistiche, mentre invece l’assessore da quasi due anni incontra in modo informale soggetti professionali ed economici portatori di interessi, circoscrizioni e gruppi di cittadini per chiedere loro aspettative nei confronti del prossimo piano regolatore.

L’assessore Mazzoleni infatti continua a valorizzare il proprio operato sottolineando i passi compiuti, anzi li definisce “sforzi”, per favorire la partecipazione della cittadinanza alla riscrittura del piano con l’ascolto e il coinvolgimento: una bella faccia tosta, visto che sa bene che cittadin*, associazioni, comitati e movimenti sono in attesa da 5 anni di una risposta alle loro obiezioni.

La commissione prende avvio con l’esposizione da parte di Mazzoleni delle linee generali del nuovo piano regolatore, coadiuvato dalla proiezione dalle consuete slide, alle quali ci ha abituati: e questa volta non restiamo del tutto delusi, anche se dobbiamo fare uno sforzo per ripulire i concetti base infiorettati dai fiumi di parole assessoriali.

Si inizia con l’organigramma del personale e delle risorse coinvolte nella stesura del piano, in cui spiccano i nomi dell’agenzia privata americana Bloomberg e della associazione partecipata di Comune e Compagnia di San Paolo “Urban Lab”, incaricate del “public engagement” (ovvero, detto in parole povere, del coinvolgimento pubblico): una conferma di quanto l’assessore sia interessato al parere di chi vive la città, visto che fa svolgere questo delicato compito a soggetti privati. Sì passa poi al cronoprogramma dell’iter di approvazione: il prossimo passo sarà la consegna del documento denominato “preliminare di piano”, che dovrà poi essere discusso e approvato dal Consiglio comunale e nuovamente sottoposto alle osservazioni della cittadinanza.

Ed ecco che si entra nel vivo: quali sono le idee dell’assessore per il nuovo piano? Ne facciamo un breve accenno, ma ci riserviamo di parlarne successivamente in modo più dettagliato.
Si prevede, ad esempio, l’aggiornamento della zonizzazione, con la divisione della città ai fini urbanistici in 34 quartieri e  l’abolizione delle Zone Urbane di Trasformazione (ZUT) che verranno rinominate FRU (Figure di Ritrasformazione Urbana) e saranno più piccole, ma saranno previste anche destinazioni d’uso meno definite. Oppure verranno aumentati gli indici edificatori della collina per favorire uno strumento già in uso in città: lo scambio e acquisto di diritti di edificazione. L’assessore ben si guarda dal menzionare le risposte alle osservazioni e inoltre non spende una parola sulle questioni di casa, salute e lavoro, tantoché non appena si apre il dibattito sono consigliere/i della maggioranza a farsi sotto con domande su questi argomenti. L’opposizione invece sottolinea i vizi di forma procedurale, soprattutto sul forzare il lavoro della precedente amministrazione verso un fine completamente diverso da quello per cui era stato avviato.

Giunge al fine il nostro turno e dopo la lettura del documento ci sentiamo dire, dall’assessore, che non c’è obbligo da parte dell’amministrazione comunale a dare risposta esplicita a quelle osservazioni: ma siccome i preliminari del nuovo piano sono stati stilati anche tenendo conto di quelle osservazioni presentate nel 2020 al progetto di revisione, è da intendersi che il progetto preliminare del nuovo piano regolatore ne conterrà quindi implicitamente anche le risposte. Affermazione questa che riteniamo dal punto di vista democratico del tutto insufficiente, anche se legittimata da una normativa urbanistica che non fornisce strumenti certi di partecipazione della cittadinanza e dal basso alla formazione dei piani regolatori. In virtù della più volte declamata volontà dell’amministrazione comunale, per voce del suo assessore all’urbanistica, di consultare cittadine e cittadini, riteniamo che sia dovuta comunque da parte del Comune una risposta pubblica e diretta alle osservazioni da loro presentate in modo dettagliato e in forma scritta.

La nostra richiesta di risposta è sostenuta anche da una parte di consigliere/i. Continuando la discussione, dopo il termine della commissione, con alcun* di noi nel corridoio, alla presenza di funzionar* del Comune e del presidente della Commissione urbanistica stessa, l’assessore dichiara la disponibilità a organizzare comunque una seduta di commissione apposita per dare conto delle risposte alle osservazioni del 2020. La promessa è stata fatta a riunione chiusa, ma noi l’abbiamo registrata e ci aspettiamo che l’assessore Mazzoleni la rispetti: invece di chiacchierare di partecipazione, è arrivato il tempo di farla davvero rispondendo alle obiezioni chi la città la abita.

 

Sindaco e Consiglio Comunale si esprimano: “Da Milano a Torino, l’urbanistica come speculazione?”

La gestione dell’urbanistica a Milano, finalizzata a favorire gli investimenti privati nell’edilizia semplificando oltre il consentito le procedure di autorizzazione, anche a discapito dei servizi pubblici e della vivibilità della città da parte delle fasce di cittadine e cittadini economicamente più deboli, ha trovato la sua massima espressione nella violazione sistematica delle regole edilizie da parte di imprenditori immobiliari e del Comune stesso, che è invece titolare del potere di sorveglianza e regolamentazione.

Il tentativo di rendere legge dello stato valida in tutta Italia questa violazione sistematica, produttrice di danni al territorio, alle casse comunali e alla cittadinanza, tramite il cosiddetto decreto “Salva Milano e Italia”, deve interessare quindi non solo chi abita a Milano: per questo riteniamo importante che anche a Torino se ne discuta e si prenda posizione.

Nella nostra città è in corso l’elaborazione del nuovo Piano regolatore senza che ci sia stata in Consiglio comunale una discussione sulle linee guida presentate dalla Giunta quasi due anni fa e senza che siano state comunicate indicazioni su che cosa l’amministrazione attuale intenderebbe fare delle porzioni di città ora abbandonate o su come ridisegnare la struttura cittadina per far fronte ai sempre maggiori problemi che deve affrontare quotidianamente chi la abita, anche tenendo conto della recente Legge europea di Ripristino della Natura .

Contestualmente viene però dichiarato dall’assessore all’urbanistica, coinvolto in tre inchieste giudiziarie sempre a Milano per alcuni degli abusi edilizi che si vorrebbero sanare con il decreto, che il nuovo Piano regolatore dovrà essere adeguato a “cogliere le opportunità”, cioè a facilitare gli investimenti, immobiliari e non, dei privati che la città dovrebbe attrarre per essere competitiva: il che comporterebbe ridurre al minimo vincoli, requisiti e oneri urbanistici, proprio come è successo finora a Milano fino ad arrivare agli eccessi sfociati negli abusi veri e propri.

E per anticipare questa deregolamentazione che in prospettiva il piano regolatore torinese potrebbe introdurre, approfittando di normative già esistenti l’assessore all’urbanistica e il Comune di Torino hanno già utilizzato più volte strumenti di deroga alle normative attuali sulla destinazione di uso degli edifici, quali gli usi temporanei e le deroghe per pubblica convenienza, in modo da poter approvare i progetti presentati da privati che non trovavano riscontro nelle previsioni del piano regolatore attuale.

A testimoniare quanto poco venga tenuto in considerazione quello che prevedono il Piano regolatore torinese medesimo e la normativa urbanistica in generale, il Comune di Torino ha recentemente attestato all’interno di suoi atti che per la realizzazione di uno studentato privato al posto dell’ex ospedale Maria Adelaide e per la costruzione dell’ospedale previsto alla Pellerina all’interno del parco omonimo, non sia neppure necessaria una modifica al piano regolatore vigente, che non li prevede.

A fronte di questa situazione di poco rispetto per l’uso regolamentato del territorio, sfociato addirittura al Meisino nella conversione di una riserva naturale protetta in un’area fitness a cielo aperto a scapito della biodiversità, oppure nella costruzione di un ospedale all’interno del parco della Pellerina, Assemblea Un altro piano per Torino e comitati, gruppi, associazioni che si battono per la salvaguardia del territorio e del verde in città hanno già a suo tempo chiesto al Sindaco Lo Russo di valutare se l’assessore all’urbanistica rappresentasse ancora pienamente la sua volontà nel gestire il territorio della città e il percorso per la scrittura del nuovo piano regolatore oppure se ritenesse invece che queste funzioni dovessero essere attribuite a un nuovo assessore.

Non essendo nel frattempo successo nulla e anzi essendosi aggravata la situazione sulla gestione dell’urbanistica milanese, di cui l’assessore all’urbanistica di Torino è espressione, ribadiamo nuovamente la richiesta al Sindaco esprimersi in proposito.

Ma chiediamo anche che il Sindaco stesso e il Consiglio di comunale di Torino si esprimano sul decreto “Salva Milano e Italia”, uscendo dal silenzio che fa ritenere esistere un loro complice assenso al progetto politico, già votato alla Camera da destra e centro-sinistra, di deregolamentare i permessi edilizi di costruzione, come prevede quel decreto, deregolamentazione che renderebbe inutili le previsioni dei piani regolatori, compreso quello prossimo torinese qualunque esso fosse.

Chiediamo quindi al Comune di Torino e ai suoi organi istituzionali di far sapere ai cittadini e alle cittadine quali sono le loro valutazioni sul futuro urbanistico della città, sull’assessore all’urbanistica delegato a gestirlo e sul decreto “Salva Milano e Italia”, già approvato sia dagli amministratori di Milano sia da parlamentari appartenenti allo stesso partito che governa il Comune di Torino medesimo.

Invitiamo chi abita la città a tenere alta l’attenzione su quanto accadrà relativamente al nuovo Piano regolatore in preparazione e sugli sviluppi dell’approvazione del decreto “Salva Milano e Italia”.

Assemblea Un altro piano per Torino
Acqua Pubblica Torino – Comitato provinciale
ATTAC Comitato di Torino
No TOdays nelle aree verdi
Salviamo gli Alberi di Corso Belgio
Salviamo il Meisino
Salviamo il Paesaggio Torino
Salviamo la Pellerina
Salviamo i Prati

“Da Milano a Torino, l’urbanistica come speculazione”: Sindaco e Consiglio Comunale si esprimano

Riportiamo qui sotto il documento conclusivo dell’incontro pubblico organizzato da Assemblea un altro piano per Torino giovedì 13 febbraio dal titolo “Da Milano a Torino, l’urbanistica come speculazione”

La gestione dell’urbanistica a Milano, finalizzata a favorire gli investimenti privati nell’edilizia semplificando oltre il consentito le procedure di autorizzazione, anche a discapito dei servizi pubblici e della vivibilità della città da parte delle fasce di cittadine e cittadini economicamente più deboli, ha trovato la sua massima espressione nella violazione sistematica delle regole edilizie da parte di imprenditori immobiliari e del Comune stesso, che è invece titolare del potere di sorveglianza e regolamentazione.

Il tentativo di rendere legge dello stato valida in tutta Italia questa violazione sistematica, produttrice di danni al territorio, alle casse comunali e alla cittadinanza, tramite il cosiddetto decreto “Salva Milano e Italia”, deve interessare quindi non solo chi abita a Milano: per questo riteniamo importante che anche a Torino se ne discuta e si prenda posizione.

Nella nostra città è in corso l’elaborazione del prossimo nuovo Piano regolatore senza che ci sia stata in Consiglio comunale una discussione sulle linee guida presentate dalla Giunta quasi tre anni fa e senza che siano state comunicate indicazioni su che cosa l’amministrazione attuale intenderebbe fare delle porzioni di città ora abbandonate o su come ridisegnare la struttura cittadina per far fronte ai sempre maggiori problemi che deve affrontare quotidianamente chi la abita.

Contestualmente viene però dichiarato dall’assessore all’urbanistica, coinvolto in tre inchieste giudiziarie sempre a Milano per alcuni degli abusi edilizi che si vorrebbero sanare con il decreto, che il nuovo Piano regolatore dovrà essere adeguato a “cogliere le opportunità”, cioè a facilitare gli investimenti, immobiliari e non, dei privati che la città dovrebbe attrarre per essere competitiva: il che comporterebbe ridurre al minimo vincoli, requisiti e oneri urbanistici, proprio come è successo a Milano fino ad arrivare agli eccessi sfociati in abusi veri e propri.

E per anticipare questa deregolamentazione che in prospettiva il piano regolatore torinese potrebbe introdurre, approfittando di normative già esistenti l’assessore all’urbanistica e il Comune di Torino hanno utilizzato più volte strumenti, quali gli usi temporanei e le deroghe per pubblica convenienza, di deroga alle regole attuali sulla destinazione di uso degli edifici,  in modo da poter approvare  progetti presentati da privati che non trovavano riscontro nelle previsioni del Piano regolatore attuale.

A testimoniare quanto poco venga tenuto in considerazione quello che prevedono il Piano regolatore torinese medesimo e la normativa urbanistica in generale, il Comune di Torino ha recentemente attestato all’interno di suoi atti che per la realizzazione di uno studentato privato al posto dell’ex ospedale Maria Adelaide e per la costruzione dell’ospedale previsto alla Pellerina all’interno del parco omonimo, non sia neppure necessaria una modifica al piano regolatore vigente, che non li prevede.

A fronte di questa situazione di poco rispetto per l’uso regolamentato del territorio, sfociato addirittura nei progetti di costruire un grande impianto sportivo all’interno di un parco naturale protetto come quello del Meisino oppure di un ospedale all’interno del parco della Pellerina, Assemblea Un altro piano per Torino e comitati, gruppi, associazioni che si battono per la salvaguardia del territorio e del verde in città hanno già a suo tempo chiesto al Sindaco Lo Russo di valutare se l’assessore all’urbanistica rappresentasse ancora pienamente la sua volontà nel gestire il territorio della città e il percorso per la scrittura del nuovo piano regolatore oppure se ritenesse invece che queste funzioni dovessero essere attribuite a un nuovo assessore.

Non essendo nel frattempo successo nulla e anzi essendosi aggravata la situazione sulla gestione dell’urbanistica milanese, di cui l’assessore all’urbanistica di Torino è espressione, ribadiamo nuovamente la richiesta al Sindaco esprimersi in proposito.

Ma chiediamo anche che il Sindaco stesso e il Consiglio di comunale di Torino si esprimano sul decreto “Salva Milano e Italia”, uscendo dal silenzio che fa ritenere esistere un loro complice assenso al progetto politico, già votato alla Camera da destra e centro-sinistra, di deregolamentare i permessi edilizi di costruzione, come prevede quel decreto, deregolamentazione che renderebbe inutili le previsioni dei piani regolatori, compreso quello prossimo torinese qualunque esso fosse.

Chiediamo quindi al Comune di Torino e ai suoi organi istituzionali di far sapere ai cittadini e alle cittadine quali sono le loro valutazioni sul futuro urbanistico della città, sull’assessore all’urbanistica delegato a gestirlo e sul decreto “Salva Milano e Italia”, già approvato sia dagli amministratori di Milano sia da parlamentari appartenenti allo stesso partito che governa il Comune di Torino medesimo.

Invitiamo chi abita la città a tenere alta l’attenzione su quanto accadrà relativamente al nuovo Piano regolatore in preparazione e sugli sviluppi dell’approvazione del decreto “Salva Milano e Italia”, come Assemblea Un altro piano per Torino continueremo a proporre iniziative utili a farlo.

Lettera aperta al Sindaco: “L’urbanistica del sistema Milano resti fuori da Torino”

L’urbanistica del sistema Milano resti fuori da Torino

lettera aperta al Sindaco di Torino

e per conoscenza 
alle cittadine e ai cittadini,
ai mezzi di informazione

 

Nel giugno 2023 la Giunta Comunale ha approvato, con la delibera n. 321/2023, le linee guida per la stesura del nuovo Piano Regolatore Generale presentate dall’Assessore Mazzoleni, il quale, però, da allora non le ha ancora portate alla discussione e approvazione del Consiglio Comunale.

Ne ha però da subito discusso con costruttori, architetti e altre categorie professionali portatrici di interessi economici e poi, nell’autunno, ha avviato una consultazione con circoscrizioni, associazioni e cittadinanza priva di contenuti sui quali sviluppare il confronto. Il tutto avvalendosi della collaborazione di un organismo non istituzionale quale Urban Lab e della consulenza non meglio specificata di un soggetto facente parte di un potente gruppo economico statunitense, quale è la Fondazione Bloomberg.

In tutto questo tempo, le generiche affermazioni contenute nel documento approvato in Giunta hanno solo lasciato intendere che il prossimo piano regolatore non dovrà contenere vincoli urbanistici che possano impedire ai privati di “cogliere le opportunità” che si presenteranno loro in città. Ma nessuna indicazione è stata data dall’assessore, invece, di quale dovrebbe essere  il governo del territorio cittadino nei prossimi anni, di cosa si prevede per le aree abbandonate da trasformare, per quelle verdi o da destinare ai servizi alle persone, all’edilizia popolare,  per la viabilità o le attività produttive.  Mentre però dall’assessore medesimo sono state proposte e poi approvate dal Consiglio, a titolo di anticipazioni del piano regolatore futuro, regolamentazioni che vanno nella direzione di liberalizzare le trasformazioni urbanistiche, quali il permesso di costruzione in deroga al Piano regolatore  e l’uso temporaneo di immobili per fini diversi da quelli previsti dai piani urbanistici esistenti, già applicate con le deliberazioni n. 444/2022, n. 86/2024 e in  numerosi altri casi.

Tutto questo agire da parte dell’assessore per la liberalizzazione delle regole urbanistiche senza entrare nel merito delle trasformazioni previste per la città, è stato a più riprese accompagnato dalle notizie tramite stampa del suo coinvolgimento, come libero professionista, nelle indagini in corso a Milano per presunti reati edilizi, l’ultima delle quali,  la terza in due anni, proprio pochi giorni fa e relativamente ad abusi per la costruzione di alloggi, anche di lusso e studentati.

Colpiscono, a tale proposito, le analogie con scelte che vengono  accennate come prospettive anche per la nostra città, dove  il percorso che determinerà il futuro piano regolatore, per la cui gestione l’assessore medesimo è oltretutto l’unico interlocutore istituzionale nei confronti della cittadinanza e degli altri soggetti coinvolti, si sta svolgendo in modalità non trasparenti.

L’accertamento dei fatti giudiziari avverrà secondo le procedure di legge ma nel frattempo è ovvio il venire meno, comunque, della credibilità politica e istituzionale dell’assessore all’urbanistica nei confronti delle cittadine e dei cittadini che si impegnano attivamente, anche in modo organizzato, nella salvaguardia e nella tutela di quanto è bene comune, compreso il territorio, dallo sfruttamento per lucro e per fini privatistici, animando una reale partecipazione dal basso  alla vita democratica.

Per questo chiediamo al Sindaco di Torino di prendere posizione sulla situazione venutasi a creare, che mette in discussione il trasparente svolgimento della vita politica e amministrativa all’interno del Comune e il rapporto tra questo e la cittadinanza, già inficiato da numerose proteste sulle sue scelte.

Il Sindaco chiarisca se l’assessore Mazzoleni rappresenta ancora pienamente la sua volontà nel gestire il territorio della città e il percorso per la scrittura del nuovo piano regolatore oppure se ritiene che queste funzioni debbano invece essere attribuite a un nuovo assessore all’urbanistica, il quale, per le cittadine e i cittadini verso cui sia quest’ultimo che il Sindaco medesimo hanno responsabilità, possa avere la necessaria credibilità  istituzionale.

Assemblea “Un Altro Piano per Torino”

sottoscrivono per adesione:
Assemblea Pellerina
ATTAC Comitato di Torino
Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino
EsseNon
Greenpeace Gruppo Locale di Torino
No TOdays al Parco della Confluenza
Salviamo gli Alberi di Corso Belgio
Salviamo il Meisino
Salviamo il Paesaggio Torino
Salviamo la Pellerina
Salviamo i Prati