CHI SI COMPRA TORINO?

Negli ultimi tempi, con l’aumentare degli annunci da parte degli amministratori comunali dell’arrivo di un nuovo piano regolatore (senza che di questo vengano date però specificazioni ma solo generiche indicazioni di prospettiva) sono aumentate anche sulle cronache locali dei quotidiani le notizie sull’arrivo in città delle agenzie  specializzate nella compravendita di immobili di pregio e lusso, a fini abitativi ma anche per uffici. La città, si dice in questi articoli, è dotata già degli immobili di pregio, specialmente storico, ma manca un po’ di quelli di più moderni in grado di soddisfare le necessità abitative e lavorative di fascia alta. Abbiamo quindi ragione di credere che queste agenzie, oltre ad avere notizia dell’appetibilità di Torino da parte di clientela adeguata, abbiano anche sentore della possibilità che il nuovo piano regolatore darà il via libera alla costruzione di edifici nuovi di zecca che vadano incontro alle richieste della loro clientela ricca e qualificata. Vi proponiamo quindi un testo  che offre uno spaccato su  queste tipologie di agenzie  e sul significato del loro arrivo in città.

 

Il 28 settembre 2025 non è passata inosservata l’apertura a Torino di una succursale di Berkshire Hathaway, agenzia immobiliare facente parte del gruppo finanziario fondato da Warren Buffet.

Questo gruppo è un colosso con oltre 50.000 agenti e quasi 1.600 uffici nel mondo in 4 continenti e 13 paesi, con 154,7 miliardi di dollari di volume d’affari nel 2022: insomma domina la fascia alta del mercato immobiliare mondiale

La succursale italiana, per esattezza Berkshire Hataway Home Service Palazzo Estate, tra l’altro cosi si definisce: Progettiamo su misura strategie di investimento immobiliare, ottimizzate per i nostri clienti e agiamo come sempre con la massima riservatezza.

Quando ci si approccia al mondo delle agenzie immobiliari ciò che lascia immediatamente stupiti è il registro verbale da loro utilizzato per pubblicizzare affari riguardanti le case.

Il bene casa, un bene primario ovviamente essendo riconosciuto universalmente il diritto di ogni essere umano ad avere un ricovero dignitoso, viene presentato nel più bieco e spietato linguaggio del capitalismo cannibale: ogni acquisto diventa un investimento, ogni agenzia si offre di curare ed accrescere il tuo capitale tramite il mattone e il monitoraggio del mercato è costante nonché assillante. Insomma sono molto chiari e diretti, ma soprattutto senza il pudore disorientante della biopolitica odierna.

Così navigando nei loro siti veniamo a sapere che Torino nel mercato immobiliare italiano ha riconquistato centralità con un notevole aumento dei prezzi del 4% rispetto al 2024, ma in alcuni quartieri che trainano anche del 6% con punte di vendita di 5000 euro al m2  per gli appartamenti pregiati e di lusso.

A guidare questo “triste” rilancio ci sono non solo i quartieri più eleganti e conosciuti (come Crocetta o la parte collinare), ma anche quartieri popolari che sono attraversati dalle riqualificazioni urbanistiche, come Barriera di Milano. A un primo colpo d’occhio stupisce che proprio il quartiere più chiacchierato e oramai conosciuto a livello nazionale per i suoi violenti fatti di cronaca nera sia diventato uno dei traini della rimonta dei prezzi delle case a Torino, ma immergendosi nel “pensiero immobiliarista” tutto si chiarisce.

Il comune di Torino in questi anni ha investito notevoli energie anche economiche per progetti socio-culturali in Barriera di Milano e l’attuale chiacchierato e indagato assessore Mazzoleni ha annunciato che i lavori della nuova linea 2 di metropolitana cittadina inizieranno sicuramente in questo quartiere con la riqualificazione del cosiddetto “trincerone” di via Sempione, anche se i finanziamenti ottenuti non permetteranno di completarla. Chi studia l’urbanistica e più nello specifico il fenomeno della gentrification individua proprio queste azioni appena elencate come prodromi e apripista per le speculazioni immobiliari.

D’altra parte Patrucco, patron italiano dell’immobiliarista Coldwell Bankers Partners, ha recente affermato: “il mercato torinese è più attrattivo rispetto ad altre città più care perché il rapporto qualità / prezzo è favorevole ed è stato rilanciato da eventi come le ATP Finals”. Insomma i grandi eventi voluti dal comune aprono la pista esclusivamente alla speculazione immobiliare, cosicché la città ci perde due volte: si impoverisce perché questi grandi eventi sono pagati con soldi pubblici e l’aumento dei prezzi immobiliari porta all’espulsione della popolazione (Torino in venti anni ha perso circa 300 mila abitanti).

Cosa è stato detto il 25 marzo scorso alla Circoscrizione 1 sul prossimo nuovo piano regolatore 

Il 25 marzo scorso siamo riuscit* a partecipare alla presentazione degli esiti delle iniziative pubbliche di consultazione sul prossimo nuovo Piano Regolatore, organizzata da Comune di Torino e Urban Lab presso la sala consiliare della Circoscrizione 1 sotto forma di Commissione pubblica, alla presenza dell’assessore all’Urbanistica Mazzoleni e de* consiglier* di circoscrizione. L’occasione ci ha consentito di capire meglio cosa l’assessore intenda ottenere con la stesura del nuovo Piano Regolatore Generale, rilevando anche alcuni aspetti contraddittori nelle sue affermazioni.

La prima parte dell’incontro, a cura di Urban Lab, è consistita nella presentazione dei risultati delle attività di consultazione, tra cui anche un questionario, riepilogati in diapositive proiettate (dati disponibili anche sul sito dell’associazione). Le consultazioni, è stato ammesso, erano rivolte soprattutto ai soggetti associativi, ma è stato annunciato l’avvio di una nuova fase, più capillare, da svolgersi anche andando direttamente sul territorio cittadino e nei luoghi dove le persone vivono e svolgono le proprie attività.

E’ quindi intervenuto l’assessore a proposito del piano regolatore vero e proprio, specificando più volte che la normativa attuale applicabile per la realizzazione del nuovo piano è datata, essendo stata adottata negli anni 70 e pone notevoli vincoli per le destinazioni d’uso, risultando così ben differente dagli strumenti invece necessari per un’urbanistica più “agile”, invece da lui invocata, che consenta di cogliere le opportunità che si presentano alla città. L’attuale giunta comunale ha già iniziato a fare a tale proposito alcune sperimentazioni, come con la delibera n. 444/2022  che introduce i cosiddetti “usi temporanei”. L’assessore sembra immaginare e progettare per il futuro piano regolatore una forma di destinazione d’uso flessibile che, invece di imporre regole al libero mercato immobiliare-edilizio e del territorio, sia funzionale principalmente ad accogliere le proposte che arrivano dal mercato libero medesimo.

Insomma, un rovesciamento del paradigma del piano regolatore. Pur senza arrivare, ha precisato, a una indeterminatezza delle destinazioni d’uso, sul modello milanese, perché questa finisce per favorire la più redditizia edilizia residenziale. Con il risultato di creare una bolla immobiliare e una crescita dei costi delle abitazioni, insostenibile per gli abitanti: proprio come successo a Milano, con la città che è caduta preda di immobiliaristi e costruttori, dove, afferma, “si è esagerato”.

Dopo il dibattito con consigliere e consiglieri, che ha riguardato temi relativi alla Circoscrizione 1, è stato concesso anche al pubblico di fare domande: siamo quindi potuti intervenire presentando il nostro comunicato. E’ intervenuta inoltre Italia Nostra, ribadendo, tra le altre cose, la contrarietà agli interventi cosiddetti di flessibilità e chiedendo la certezza del diritto in ambito pianificatorio. Dalle risposte alle domande date dall’assessore abbiamo potuto raccogliere alcune informazioni.

Intanto l’assessore ha confermato lo scarso successo del questionario, che ha definito inutilizzabile per avere un riscontro effettivo di cosa pensa la cittadinanza sulla città e sul futuro PRG in quanto ha ricevuto meno di 5000 risposte, date, inoltre, da un campione che per livello di istruzione (oltre il 60% di laureat*) e per età (oltre il 40% delle risposte da persone con più di 50 anni) non è rappresentativo della popolazione torinese.

L’assessore ha poi confermato che intende riprendere il lavoro svolto per la revisione del piano regolatore attuale avviata dalla precedente amministrazione Appendino e non conclusa anche per via delle forti opposizioni dal basso: pertanto gli uffici del Comune produrranno le controdeduzioni alle osservazioni presentate nel 2020 da cittadin*, comitati e associazioni al progetto di revisione, come anche richiesto da Italia Nostra
nel suo intervento.

Si continua quindi a non sapere quando invece verranno presentate le proposte effettive per il nuovo piano nelle sedi istituzionali preposte, perché in primo luogo chiediamo trasparenza sulle procedure amministrative che devono portare alla sua stesura e approvazione. L’assessore ha assicurato che non sarà Urban Lab a produrre il nuovo piano regolatore, ma non ha però detto chi sarà invece a doverlo materialmente realizzare (o come verrà individuato chi lo farà). E si è ben guardato dallo spiegare quale ruolo gioca all’interno di questa procedura un soggetto privato come la Fondazione Bloomberg.

Su questo tema, poichè vogliamo sapere quale ruolo avranno i privati nelle decisioni sul futuro della città, torneremo a incalzare l’assessore all’Urbanistica nei prossimi ulteriori appuntamenti per la presentazione dei risultati delle consultazioni di ottobre 2023: dei quali il primo sarà lunedì 22 aprile 2024 alle ore 17:30, per le Circoscrizioni 3 e 4, in una sede non ancora definita, come comunicato sul sito di Urban Lab. Appena verrà comunicato il luogo, sarà nostra cura darne la comunicazione

Presentazione: 29 febbraio – “Le nuove recinzioni” a Torino

“Le nuove recinzioni. Città, finanza e impoverimento degli abitanti” raccoglie tre saggi di Lucia Tozzi, Stefano Portelli e Luca Rossomando.
Il primo saggio si occupa di potenti enti finanziari impegnati nella riqualificazione delle aree dismesse a Milano e mostra le relazioni fra interessi del grande capitale, fondazioni filantropiche e istituzioni al servizio della speculazione.
Il secondo saggio si concentra sulla privatizzazione dell’edilizia convenzionata a Roma, spesso in contraddizione con le norme vigenti. L’ultimo studio, infine, racconta di un quartiere popolare del centro di Napoli, soffermandosi sulle forme di sussistenza e piccola imprenditoria dagli anni Ottanta a oggi e sulla repentina espansione turistica di questi anni.
Con metodi diversi i tre lavori studiano le modalità di espropriazione o accumulazione delle risorse che interessano gli spazi urbani negli ultimi anni.
🔥 Presenteremo il libro al CSOA Gabrio (in via Francesco Millio 42, Torino) giovedì 29 febbraio 2024, a partire dalle 18:30. Dopo la discussione si terrà un momento conviviale in cui si potrà mangiare e bere qualcosa. Per noi dell’assemblea di Un Altro Piano per Torino la presentazione del libro sarà il primo incontro per affinare pensieri e strumenti utili a contestare il progetto di piano regolatore su cui l’amministrazione della nostra città sta lavorando.